martedì 6 marzo 2018

Recensione: LE BAMBINE SILENZIOSE di Lisa Hoodless, Charlene Lunnon



Certi libri costituiscono dei pugni nello stomaco perchè narrano di circostanze e fatti dolorosi, drammatici... e li leggi consapevole che non si tratta di finzione, ma realtà, e questo non può che toccarti profondamente.
"Le bambine silenziose" è la storia vera dell’atroce rapimento di due bambine e della loro lotta per tornare a vivere.


LE BAMBINE SILENZIOSE
di Lisa Hoodless, Charlene Lunnon



Abducted
Ed. Newton compton
Trad. di M. S. Abate
288 pp
6.90 euro
19 luglio 2012
(1° ed Febbraio 2011)
«Mi sono sforzata di ascoltare attentamente, non osavo respirare per non perdermi nemmeno una parola. I poliziotti sono rimasti sulla porta e all’improvviso mi è venuto il timore che se ne sarebbe andato via con loro lasciandoci intrappolate lì dentro senza cibo e che saremmo morte di fame. Non ci è balenato in mente nemmeno in quel momento di urlare. Eravamo troppo traumatizzate ed esauste per pensare lucidamente.»

Hastings, East Sussex, 19 gennaio 1999. 
Charlene Lunnon e Lisa Hoodless hanno solo dieci anni e sono molto amiche, pur essendo caratterialmente diverse e con un'infanzia alle spalle che più lontane non potrebbero essere.

Charlene è solo una bambina ma ha già sofferto molto: è orfana di madre, una tossicodipendente con problemi anche di alcool, con la quale è vissuta fino a quando a quattro anni i servizi sociali le hanno separate; a sei anni è stata affidata alla zia Vera (sorella del padre, anch'egli con un passato di dipendenza da stupefacenti, ma che è riuscito a uscirne), mantenendo i contatti con la mamma, che quando non era "fatta" era la mamma migliore del mondo; infatti, Charlene ha sempre amato sua madre e avrebbe  voluto tornare a vivere con lei,  desiderio naufragato a causa dell'improvviso decesso della donna, sempre a causa della droga.
Com'è facilmente intuibile, la donna non aveva mai avuto buone compagnie e purtoppo queste ultime frequentavano quotidianamente la casa in cui viveva con la sua piccola Char, che quindi è stata costretta ad assistere a scene davvero poco edificanti, visto che sua madre non si faceva scrupolo di portarsi in casa uomini con cui poi andava a letto, oltre a condividere gli stupefacenti.
Come se non bastasse, la piccola ha subito esperienze terribili a causa di un amico di famiglia della zia Vera, che hanno impresso ferite e sensi di colpa in lei, già messa alla prova dalla vita.

Ma con la morte della mamma qualcosa cambia, perchè Char va vivere col papà, un uomo affettuoso e gentile, grazie al cui amore ha potuto cominciare finalmente a sentirsi più serena e protetta.
La felicità per la piccola Char sembra ormai a portata di mano...
Come se non bastasse, a scuola fa amicizia con la dolce Lisa, che in poco tempo diventa la sua migliore amica.

Lisa proviene da un contesto famgliare "normale", sereno, composto dal padre buono anche se severo, la mamma un po' superficiale ma in fondo presente, fratelli e sorelle.
Lì dove Char è pratica, più matura per la sua età, poco incline a manifestare sentimenti, (apparentemente) sicura di sè anche su cose di cui a 10 anni non dovresti neanche sapere l'esistenza..., Lisa è più mite, obbediente agli adulti, brava a scuola, mai un accenno di ribellione.
Forse è proprio la loro diversità caratteriale ad attrarle e farle diventare inseparabili.
E sono insieme pure in quel giorno di gennaio: è mattina, stanno recandosi a scuola come ogni giorno... quando un auto si ferma, ne scende un uomo dall'aspetto innocuo e comune, che le prende, le carica nel bagagliato e le porta via cn sè.

E' l'inizio di un incubo, breve dal punto di vista temporale - grazie a Dio - ma non per questo meno traumatico.
Per tre interminabili giorni le due terrorizate amichette rimangono segregate in uno squallido appartamento, ripetutamente violentate, obbligate al silenzio e sottoposte alla follia di una mente perversa. 

Leggere quello che hanno subìto le ragazzine è stato devastante emotivamente perchè il racconto che esse ne fanno è particolareggiato, lucido, ed è inevitabile sentirsi immersi nell'atmosfera terrificante presente in quella casa, come se fossimo proprio accanto a Char e Lisa e ne avvertissimo tutta la paura al cospetto di un pedofilo che manifesterà tutta la sua perversione verso le sue vittime.

La narrazione segue i punti di vista di entrambe le bambine e questo ci permette di conoscere da vicino i loro pensieri, stati d'animo, le paure e le speranze; le due si difendono a vicenda, si sostengono, si consolano, cercano di capire se davvero l'uomo che le ha rapite, che si chiama Alan Hopkinson, chiederà un riscatto alle famiglie (come inizialmente dice) e alla fine le libererà.

Ma col passare delle ore, l'angoscia, l'ansia, l'orrore... prendono il sopravvento e le piccole cominciano a pensare che Alan non ha alcuna intenzione di lasciarle andare, ma anzi vuol "divertirsi" con loro, e quando si stancherà, forse le lascerà andare?

Loro ci sperano, provano a guardarsi attorno per trovare eventuali vie d'uscite od oggetti per colpirlo, ma Alan non è uno sprovveduto; ha anche già commesso reati sempre riguardanti molestie verso minori, ed è un grandissimo bugiardo, sa come plagiare e blandire due bambine ingenue e spaventate, il cui unico desiderio è tornare a casa, dalle proprie famiglie, dai compagni di scuola, in una parola... alla vita di prima.
Quella vita normale alla quale uno sconosciuto senza cuore le ha strappate crudelmente.

E' straziante leggere le violenze sessuali alle quali le piccole vengono sottoposte; durante la lettura, mi sembrava di vederle, mentre si rannicchiavano sul divano, troppo sconvolte per parlare dopo che lui le aveva condotte, una alla volta, in camera da letto per fare loro i suoi porci comodi.

Charlene e Lisa trascorrono il martedì, il mercoledì e il giovedi in balia delle perversioni di Alan, finchè il venerdì mattina accade il miracolo: la polizia fa irruzione nel palazzo e il rapitore, che era comunque già noto alle forze dell'ordine, viene arrestato.

Charlene e Lisa tornano libere, al sicuro nelle poprie famiglie, coccolate da parenti e amici; a scuola sono
lisa e charlene
1999
popolari, molte ragazzine che prima le ignoravano adesso girano loro attorno, curiose.

Le due amiche si sono giurate eterna amicizia; la bruttissima esperienza condivisa le ha unite moltissimo ma tornare alla libertà e alla vita di tutti i giorni non significa automaticamente la fine dello strazio: negli anni  successivi, infatti, le due ragazze dovranno lottare contro il peso insostenibile dei ricordi per ricominciare una vita il più vicina possibile alla normalità.

La loro forte amicizia non resterà inattaccabile perchè, anche se le due ragazze cercano di negare a loro stesse e agli altri che l'esperienza del rapimento ha stravolto la loro esistenze e che esse desiderano soltanto buttarsi tutto dietro le spalle, in realtà ci sarà tanto da "lavorare" su se stesse per superare l'orrore indicibile che hanno vissuto.

E' un libro che sconvolge, fa male, fa piangere per la rabbia e il dolore al pensiero delle brutture subite da due anime innocenti per colpa di un maniaco sessuale; ma c'è anche molto coraggio tra queste pagine, perchè nonostante le tante lacrime, gli incubi, le ferite enormi, i momenti di crisi..., Lisa e Charlene proveranno davvero a ricostruire, mattone dopo mattone, la propria vita.

"Quando ti succede una cosa terribile e sconvolgente, devi prendere una decisione. Puoi decidere di portarela dietro per sempre oppure di lasciarti tutto alle spalle e di andare avanti. Io e Charlene siamo andate avanti".


  1. E' una testimonianza forte, vera, che tocca profondamente il lettore per i suoi contenuti drammatici.

2 commenti:

  1. Ciao Angela, mi ha colpito molto la recensione di questo libro che non conoscevo: non credo lo leggerò, ma immagino la durezza di questa storia che, oltrettutto, più che una storia è una testimonianza. Davvero terribile quello che può fare una mente umana...

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    Risposte
    1. Terribile, si...
      Grazie a Dio, queste due ragazze hanno trovato la forza per andare avanti..

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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