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lunedì 11 settembre 2023

LIBRI IN LETTURA

 

Buon inizio di settimana, readers!!

In questi ultimi giorni ho inserito altre due letture a quelle già in corso, UNA VITA COME TANTE, KÀRI e L'ISOLA DI PIETRA; circa quest'ultimo, partecipo al Review Party, per cui la recensione la pubblicherò il 18 c.m.; di seguito vi metto il banner dell'evento, che ha inizio proprio oggi, con le tappe).


11 settembre – Paper Purrr
12 settembre – Le letture di Adso
13 settembre – Lilith Hendrix
14 settembre - La libreria di Anna
15 settembre – Les Fleurs Du Mal
15 settembre – Raffaele Borghesio
18 settembre – Chicchi di pensieri



Eccovi le trame dei due libri che ho incominciato più di recente; fatemi sapere che ne pensate e se li avete letti.

DOVE NASCONO LE OMBRE di Lavinia Petti (Mondadori, 372 pp).


Metà anni Sessanta. Elia è un bambino solitario, appassionato di fantasmi e racconti del terrore. A dodici anni la sua vita viene stravolta dalla morte improvvisa della sorellina neonata.

La famiglia è distrutta e il padre decide di portare la moglie in una clinica tra le montagne e di affidare Elia alla sorella Giovanna, che vive al Paradisiello, un condominio popolare ai confini della città.

Elia è triste e arrabbiato: la zia per lui è un'estranea, che parla poco, sbuffa molto e lo tratta con modi spicci. Non può sapere che davanti a lui sta per spalancarsi l'estate più intensa della sua vita, l'estate delle amicizie totalizzanti e delle prime volte.
L'ultima estate prima di diventare grande.
Lentamente vince la timidezza e comincia ad avvicinarsi ai ragazzi del palazzo: i gemelli Simone e Silvia, Nello e la piccola Mosca. Passa le giornate con loro nel grande giardino che circonda il Paradisiello e nel bosco che lo lambisce, giornate estive fatte di tutto e di niente, di partite a pallone, risate, furti di ciliegie e fughe dagli adulti.
Ma presto scopre che un'ombra sinistra incombe su quel bosco. Lì, venticinque anni prima un ragazzo è scomparso nel nulla: giocava a nascondino e non è mai più stato trovato, né vivo né morto. C'è chi dice che l'abbia preso il diavolo.

Ossessionato da quel mistero, e in mancanza di risposte, Elia inventa una storia: inizia a disseminare messaggi nel bosco, fingendo che a scriverli sia stato il ragazzo scomparso. Nasce come un gioco, un segreto innocente, ma giorno dopo giorno la bugia si ingigantisce e comincia a sfuggirgli di mano, fino a condurlo sempre più vicino a una terribile verità.



IL COLLEGIO di Tana Franch (Einaudi, trad. A.Colitto, 664 pp).

La foto di un ragazzo morto. In basso, sotto il viso pulito, le lettere ritagliate con cura da un libro
formano una scritta: «Io so chi l'ha ucciso». 
Il detective Stephen Moran lavora ai Casi Freddi con un unico obiettivo, entrare a far parte della Omicidi della polizia di Dublino. Quello che gli serve è soltanto un'occasione e quando Holly Mackey si presenta nel suo ufficio, sembra che quel momento sia arrivato. Holly ha nuove informazioni sul caso di un ragazzo trovato ucciso l'anno prima nel collegio più prestigioso d'Irlanda. 
L'indagine, subito riaperta, viene affidata a Moran e Conway, una collega tutt'altro che facile da gestire. 
Gli indizi portano alla scuola di Holly, alla vita segreta delle ragazze. Ben presto, Moran si troverà invischiato in una rete di gelosie, violenze e misteri.


domenica 18 dicembre 2022

A GENNAIO IN LIBRERIA



In arrivo a gennaio!

I thriller esercitano sempre il loro fascino su di me; Pulixi e Mencarelli calamitano sempre la mia attenzione ad ogni uscita; il romanzo di Ammaniti mi attira per i risvolti psicologici

Che ne pensate?


L'IMPOSTORE
di Martin Griffin


Giunti Ed.
trad. A.Tissoni
304 pp
16.90 euro
USCITA
4 GENNAIO 2023
Mackinnon Hotel. Remie Yorke sta svolgendo il suo ultimo turno  prima della chiusura invernale, quando si scatena la tempesta Ezra:  ogni collegamento col mondo esterno è interrotto bruscamente. 

Mentre le temperature precipitano e diventa impossibile utilizzare itelefoni, un uomo ferito chiede rifugio. 
Si tratta dell'agente Don Gaines, rimasto coinvolto in un terribile incidente. 
L'unico altro sopravvissuto è il detenuto che la sua squadra stava trasportando. 
Ma poco dopo arriva un secondo sconosciuto: anche lui è ferito e anche lui dichiara di essere Don Gaines. 
Qualcuno sta mentendo e Remie, senza alcuna via di fuga, dovrà scoprire chi dei due prima che sia troppo tardi. 
Perché se non la ucciderà il freddo, lo farà uno di loro...




Pulixi firma un giallo pieno di suspense e ironia che parla di libri e omaggia i classici del mystery, rendendo i lettori i veri protagonisti di questa storia.


LA LIBRERIA DEI GATTI NERI
di Piergiorgio Pulixi



Marsilio Editore
304 pp
15 euro
USCITA
10 GENNAIO 2023
Marzio Montecristo è un grande appassionato di gialli e ha aperto, da qualche anno, una piccola libreria nel centro di Cagliari, ovviamente specializzata in romanzi polizieschi.
Il nome della libreria, Les Chats Noirs, è un omaggio ai due gatti neri che un giorno si sono presentati in negozio e non se ne sono più andati, da lui soprannominati Miss Marple e Poirot. 
Nonostante il brutto carattere del proprietario, la libreria è molto frequentata, ed è Patricia, la giovane collaboratrice di Montecristo, di origini eritree, a salvare i clienti dalle sfuriate del titolare. 
La libreria ha anche un gruppo di lettura che si fa chiamare “gli investigatori del martedì”, un manipolo di super esperti di gialli che si riuniscono dopo la chiusura per discettare del romanzo della settimana. A guardarli, si direbbe una banda mal assortita ma in realtà è molto unita.
Un anno prima il gruppo ha addirittura aiutato una vecchia amica di Montecristo a risolvere un vero caso da tutti considerato senza speranza.
Ora la sovrintendente Angela Dimase torna a chiedere la loro collaborazione per un’indagine che le sta togliendo il sonno: un uomo incappucciato si è presentato a casa di una famiglia, ha immobilizzato due coniugi e il loro figlioletto e ha intimato all’uomo di scegliere chi doveva morire tra la moglie e il figlio; se non avesse deciso entro un minuto, li avrebbe uccisi tutti e due.
Il sadico killer viene presto soprannominato «l’assassino delle clessidre», visto che sulla scena del crimine ne lascia sempre una. 
Riusciranno gli improbabili “investigatori del martedì” a sbrogliare anche questo caso?


Con Fame d'aria Daniele Mencarelli fa i conti con uno dei sentimenti più intensi: l'amore genitoriale, e lo fa portandoci per mano dentro quel sottilissimo solco in cui convivono, da sempre, tragedia e rinascita.


FAME D'ARIA
di Daniele Mencarelli



Ed. Mondadori
180 pp
19 euro
USCITA
17 GENNAIO 2023
Pietro Borzacchi è in viaggio con il figlio Jacopo quando la frizione della sua vecchia Golf lo abbandona, nel momento peggiore: di venerdì pomeriggio, in mezzo al nulla. 
Per fortuna padre e figlio incontrano Oliviero, un meccanico alla guida del suo carro attrezzi che accetta di scortarli fino al paese più vicino, Sant'Anna del Sannio. 
A guardarlo, si vede da lontano che Jacopo ha qualcosa che non va: lo sguardo vuoto, il passo dondolante, la mano sinistra che continua a sfregare la gamba dei pantaloni, avanti e indietro. 

In attesa che Oliviero ripari l'auto, padre e figlio trovano ospitalità da Agata, proprietaria di un bar che una volta era anche pensione.
A Sant'Anna del Sannio vivono poche centinaia di anime ed è un paese bellissimo in cui il tempo sembra essersi fermato. 
Ad aiutare Agata nel bar c'è Gaia, dal sorriso aperto e spontaneo.

Convinto che "I genitori dei figli sani non sanno niente, non sanno che la normalità è una lotteria, e la malattia di un figlio, tanto più se hai un solo reddito, diventa una maledizione.", Pietro lotta ogni giorno contro un nemico che si porta all'altezza del cuore: il  disamore. Per tutto. 
Un disamore che sfocia spesso in una rabbia nera, cieca.
Il dolore di Pietro, però, si troverà di fronte qualcosa di nuovo e inaspettato. Agata, Gaia e Oliviero sono l'umanità che ancora resiste, fatta il più delle volte di un eroismo semplice quanto inconsapevole.



Niccolò Ammaniti è ritornato più cattivo, divertente e romantico che mai.


LA VITA INTIMA
di Niccolò Ammaniti



 
Ed. Einaudi
312 pp
19 euro

USCITA
17 GENNAIO 2023



Maria Cristina Palma ha una vita all’apparenza perfetta, è bella, ricca, famosa, il mondo gira intorno a lei. 
Poi, un giorno, riceve sul cellulare un video che cambia tutto. 
Nel suo passato c’è un segreto con cui non ha fatto i conti. 

Come un moderno alienista Niccolò Ammaniti disseziona la mente di una donna, ne esplora le paure, le ossessioni, i desideri inconfessabili in un romanzo che unisce spericolata fantasia, realismo psicologico, senso del tragico e incanto del paradosso.

lunedì 14 novembre 2022

Ultimi acquisti in libreria 📚

 

Nell'augurarvi un buon inizio di settimana, condivido con voi i miei ultimi acquisti librosi 📚


LA PRIGIONE PIÙ GRANDE DEL MONDO di Ilan Pappè (Fazi Ed., trad. M. Zurlo, 400 pp., 20€).

.

Dall’autore di La pulizia etnica della Palestina, uno sguardo incisivo sui Territori Occupati, che riprende la storia da dove si era interrotta nel precedente libro. Il noto storico israeliano, attingendo a ricerche d’archivio rivoluzionarie, documenti di ONG e resoconti di testimoni oculari, rivolge la sua attenzione all’annessione e all’occupazione di Gaza e della Cisgiordania.

In questa esplorazione completa di uno dei conflitti più prolungati e tragici del mondo, Pappe utilizza materiale d’archivio recentemente declassificato per analizzare le motivazioni e le strategie dei generali e dei politici, nonché lo stesso processo decisionale, che hanno gettato le basi dell’occupazione.
Da un’indagine sulle infrastrutture legali e burocratiche messe in atto per controllare oltre un milione di palestinesi, ai meccanismi di sicurezza che hanno imposto vigorosamente quel controllo, Pappe dipinge un quadro di ciò che è a tutti gli effetti il più grande carcere del mondo.

♠♥♣♦

NEL BOSCO di Tana French (Einaudi, trad. M. Benuzzi, 512 pp., 14.50€)

Un pomeriggio di agosto, tre ragazzini

.

scendono dalle loro biciclette per andare a giocare nel bosco lì vicino, e la sera non fanno ritorno a casa.
Soltanto uno di loro viene ritrovato, in stato catatonico, avvinghiato a una grossa quercia, le scarpe da ginnastica sporche di sangue.
Non ricorda niente di quanto è accaduto e dei suoi compagni non c'è alcuna traccia.

Vent'anni dopo, Rob Ryan, detective della Omicidi della polizia di Dublino, viene incaricato di indagare sull'uccisione di una ragazzina di dodici anni.
Ma, nel raggiungere la scena del delitto, si rende conto che il suo passato traumatico è legato proprio a quello stesso bosco:  è giunto il momento per lui di affrontare i fantasmi che popolano la sua mente.

🔵🔶🔴🔷

LA MASSERIA DELLE ALLODOLE di Antonia Arslan (Rizzoli Ed., 233 pp.).

Ispirato ai ricordi familiari dell'autrice, il

.

racconto della tragedia degli armeni e la struggente nostalgia per una terra e una felicità perdute.
La masseria delle allodole è la casa, sulle colline dell'Anatolia, dove nel maggio 1915, all'inizio dello sterminio degli armeni da parte dei turchi, vengono trucidati i maschi della famiglia, adulti e bambini, e da dove comincia l'odissea delle donne, trascinate fino in Siria attraverso atroci marce forzate e campi di prigionia.
In mezzo alla morte e alla disperazione, queste donne coraggiose, spinte da un inesauribile amore per la vita, riescono a tenere accesa la fiamma della speranza; e da Aleppo, tre bambine e un "maschietto-vestito-da-donna" salperanno per l'Italia...







sabato 27 agosto 2022

** ANTEPRIMA ** LIBRI IN USCITA IL 6 SETTEMBRE

 

Buongiorno e buon sabato, cari lettori!

Ho una recensione da condividere con voi ma in realtà non sono ancora riuscita a trovare il tempo per mettermi con calma al pc e scriverla; in attesa,  torno a farvi compagnia con qualche anteprima (spero) interessante.




TUTTA INTERA
di Esperance Hakuzwimana Ripanti


Einaudi Ed.
216 pp
USCITA
6 SETTEMBRE 2022
Questa è la storia di Taja che vive coi suoi zii, e i genitori li sente una volta al mese. Ma è la storia anche della sua compagna di banco Charlie Dí, che il giorno della Festa della fioritura scompare saltando il fiume. O di Giulio Abour, che traduce per sua madre le bollette e le poesie. Delle ragazze e dei ragazzi di Basilici, che sono italiani ovunque siano nati. 
TranSono storie d'identità, paura del diverso e desiderio di appartenenza. Di discendenze lontane, e di un domani che si esige nelle proprie mani. A raccontare questi ragazzi è Sara, che tutte le settimane li incontra per aiutarli con la scuola. Ha il loro stesso colore di pelle ma è cresciuta in Città. Credeva di vedersi tutta intera, invece si accorge di dover ancora mettere insieme molti pezzi.


Il fiume Sele taglia in due la città, e Sara ogni giorno lo attraversa per andare nella scuola di Basilici. I suoi studenti arrivano da tutte le parti del mondo e la guardano con diffidenza. 
La chiamano Signorina Bellafonte, perché anche se è nera (come la maggior parte di loro) non è una di loro: è cresciuta di là dal fiume, suo zio è il guardiano del frutteto, e da quelle parti le pesche le chiamano «oro rosa», perché sfamano molte famiglie. Sara è la figlia adottiva di un professore di liceo e della cuoca dell'asilo. 
Sua mamma preparava torte e coltivava rose, suo padre le ha insegnato la passione per le parole: il suo mondo da bambina aveva confini certi. 
Ora don Paolo le ha trovato questo lavoro, crede che lei sia la persona giusta. 
Giusta perché? 
Questi ragazzini, che conoscono tre lingue e ne inventano una diversa ogni pomeriggio, avranno pure il suo stesso colore di pelle ma la scrutano, la sfidano di continuo. All'inizio non riesce a ottenere la loro attenzione nemmeno per mezz'ora. 
Le parole non bastano piú, forse la strada per comunicare passa per certe esperienze difficili del passato: ogni volta che si è sentita diversa, nel posto sbagliato. Settimana dopo settimana quei nomi impronunciabili e quei volti sfuggenti diventano piú famigliari: Tajaeli Kolu che le assomiglia cosí tanto, Zakaria Laroui con l'occhio pigro e zero modestia, Paul Bonafede che è mezzo italiano e sembra vergognarsene. 
Ma poi scompare Charlie Dí, che stava sempre seduta al terzo banco, e intanto si moltiplicano le aggressioni nel quartiere: ecco che questo processo accidentato ma prodigioso di conoscenza reciproca rischia di interrompersi. Eppure certe vite spezzate e ricucite possono ancora, come certi innesti, trovare il modo di fiorire.

💚💛💚💙💜

FAIRY TALE
di Stephen King


Ed. Sperling&Kupfer
trad. L.Briasco
688 pp
USCITA
6 SETTEMBRE 2022
Charlie Reade è un diciassettenne come tanti, discreto a scuola, ottimo nel baseball e nel football. Ma si porta dentro un peso troppo grande per la sua età. 
Sua madre è morta in un incidente stradale quando lui aveva sette anni e suo padre, per il dolore, ha ceduto all'alcol.
Da allora, Charlie ha dovuto imparare a badare a entrambi. 
Un giorno, si imbatte in un vecchio – Howard Bowditch – che vive recluso con il suo cane Radar in una grande casa in cima a una collina, nota nel vicinato come «la Casa di Psycho». 
C'è un capanno nel cortile sul retro, sempre chiuso a chiave, da cui provengono strani rumori. Charlie soccorre Howard dopo un infortunio, conquistandosi la sua fiducia, e si prende cura di Radar, che diventa il suo migliore amico. 
Finché, in punto di morte, il signor Bowditch lascia a Charlie una cassetta dove ha registrato una storia incredibile, un segreto che ha tenuto nascosto tutta la vita: dentro il capanno sul retro si cela la porta d'accesso a un altro mondo. 
Una realtà parallela dove Bene e Male combattono una battaglia da cui dipendono le sorti del nostro stesso mondo. 
Una lotta epica che finirà per vedere coinvolti Charlie e Radar, loro malgrado, nel ruolo di eroi. 

Dal genio di Stephen King, una nuova avventura straordinaria e agghiacciante, una corsa a perdifiato nel territorio sconfinato della sua immaginazione.

💛💜💛💚💙💜

I DODICI SEGRETI
di Robert Gold



Ed. Longanesi
396 pp
USCITA
6 SETTEMBRE 2022
Ben Harper è un brillante giornalista d'inchiesta, uno dei più seguiti nel Regno Unito, eppure il pezzo che gli è stato affidato gli pesa come un macigno sul cuore. 
L'incarico lo costringe a ripercorrere un evento sconcertante del passato, un dramma che ha scosso l'intera nazione e toccato direttamente la sua famiglia. 
Sono trascorsi vent'anni da quando nella tranquilla cittadina di Haddley, un sobborgo di Londra attraversato dal Tamigi, il quattordicenne Nick Harper e un suo amico vengono brutalmente assassinati da due coetanee, senza un motivo. 
All'epoca il fratellino di Nick, Ben, era solo un bambino. 
La tragedia ha sconvolto la sua esistenza e, irrimediabilmente, quella della madre, che dieci anni dopo si toglie la vita. Lo sfascio della sua famiglia non ha impedito a Ben di rialzarsi, di lottare e di affermarsi brillantemente nel lavoro. 
Potrà davvero tirarsi indietro ora che al centro della sua nuova inchiesta ci sono le persone a lui più care? 
Riu­scirà a vincere le emozioni e il dolore che riaffiora per ripercorrere quei tragici eventi e dar voce ai tanti dubbi? 
A Haddley, aiutato dal sostegno dei vicini, Ben inizia un viaggio nel passato. 
Un viaggio pieno di scoperte e di verità opache, un crescendo di sospetti che qualcosa sia stato tenuto nascosto per tutti quegli anni... 
Ben ancora non lo sa, ma a Haddley niente e nessuno è come sembra. Ciascuno ha un segreto. E qualcuno è disposto a tutto pur di mantenere la verità sepolta.

giovedì 24 marzo 2022

[[ RECENSIONE ]] ★★ OLIVA DENARO di Viola Ardone ★★



Oliva è una bambina che corre con i capelli spettinati dal vento, col viso in faccia al sole, con gli zoccoletti ai piedi, che cammina per strada ripetendo la prima declinazione di rosa rosae.
Oliva è una ragazzina che si vede bruttina, insipida e invisibile; sa che la vita è tutta un susseguirsi di regole e sa che i maschi non vanno né guardati troppo né tanto meno provocati, perché la femmina  - dice mamma Amalia - è una brocca... e poi chi la rompe, se la piglia.
Oliva è una donna sostantivo femminile singolare -  che ha subìto un'ingiustizia, la quale dopo vent'anni è ancora sale che brucia su una ferita aperta. 
Oliva è una persona determinata a conquistare e conservare la propria libertà di scegliere e decidere di sé stessa, del proprio corpo, senza costrizioni provenienti dalla società e, soprattutto, da una mentalità (purtroppo supportata, negli anni in cui è ambientato il romanzo, dalla legge) ottusa e limitata, che rende la donna schiava di pregiudizi maschilisti.


OLIVA DENARO 
di Viola Ardone


Ed. Einaudi
312 pp
Negli anni '60 Oliva Denaro è un'adolescente di quindici anni, abita in un paesino della Sicilia ed è nata in una famiglia semplice, di umili origini, in cui la figura forte è mamma Amalia, una calabrese dal carattere deciso, convinta che la vita sia fatta di una serie di rigide regole, da seguire attentamente se non si vuole finire nei guai.
La donna, in particolare - che già è una brocca per il solo fatto di essere femmina -, deve seguirle se non vuole rischiare di diventare una "brocca rotta", i cui cocci se li prende colui che la rompe.

Oliva ha una sorella maggiore, Fortunata, che però s'è messa in un guaio e non sta tenendo fede al proprio nome: è tutt'altro che fortunata, infatti, avendo sposato un tipo borioso, prepotente, manesco, che non l'ama e non la rispetta, e anzi, a furia di botte, l'ha fatta pure abortire. Insomma, la sfortunata è costretta a tenersi questo strazio di marito, che la tiene segregata in casa, e ad accettare con rassegnazione il suo triste destino.

Oliva ha anche un gemello, Cosimino, il "cocco" di mamma; lei, invece, sembra invisibile e trascurabile agli occhi di questa madre dura, sempre incline a rimproverare, a brontolare, a lamentarsi del marito, Salvo, un contadino taciturno, bravo ad incassare le spalle e a non mostrare risolutezza davanti ad eventi e persone che invece meriterebbero, a detta della moglie, reazioni "da uomo vero", che protegge e difende la famiglia contro tutto e tutti.

Là dove lui si zittisce, la madre "parla parla, e sempre mi elenca tutte le regole, e in questo modo è facile disobbedirle. Mio padre invece fa spesso il silenzio, perciò non riesco mai a capire che cosa devo fare per essere amata."

Anche quando esprime un dissenso, Salvo lo fa con quel suo modo di essere e parlare sempre pacato - "Preferisco di no" è la frase che ripete spesso - e sua figlia Oliva, in questo, sembra più simile a lui (anche fisicamente).

Scura, con gli occhi neri come olive e i capelli sempre un po' in disordine, le ginocchia sbucciate e l’espressione imbronciata, la riflessiva Oliva pensa che "...ero più felice se nascevo maschio", ma purtroppo è "nata al femminile e il femminile singolare non esiste".

La donna trova la sua ragion d'essere in quanto legata ed associata a qualcun altro, all'uomo soprattutto; una donna sola non vale granché ("il valore della femmina (...) dipende dal maschio che la chiede"), si attira più facilmente critiche, maldicenze, occhiate di sbieco, è sottoposta a tentazioni e può perdere l'onore con niente.
Osa addirittura dirlo alla sua amata (rivoluzionaria e femminista) maestra Rosaria, quasi correggendola: «La donna singolare non esiste. Se è in casa, sta con i figli, se esce va in chiesa o al mercato o ai funerali, e anche lí si trova assieme alle altre. E se non ci sono femmine che la guardano, ci deve stare un maschio che la accompagna (...) Io una donna femminile singolare non l’ho vista mai».

Oliva ama studiare, è brava a scuola, le piace molto imparare parole difficili, ma anche correre «a scattafiato», copiare di nascosto su un quaderno i volti dei divi del cinema - di nascosto da sua madre, però, che sarebbe pronta a sgridarla e a ricordare che certe cose futili e sciocche le farebbero venire i grilli per la testa, e non è una cosa buona per usa signorina perbene - ed è pronta a difendere, a colpi di pietre, il suo amico Saro (affetto da una evidente zoppìa) dai ragazzacci che lo prendono in giro.

In fondo, è libera e felice, la piccola Oliva, e ogni suo comportamento, parola, sguardo, viene letto per come è: innocente.
Fino a quando non arriva a farle visita «il marchese», al quale non è per niente favorevole: da quel momento sì che inizia una nuova e pericolosa fase della vita! Già, perché il sangue mensile la rende donna e quindi oggetto di sguardi e commenti maliziosi da parte dei maschi. dai quali deve stare lontana se non vuole trovarsi come la sorella, con un bambino in pancia prima del matrimonio (che disonore e che vergogna per la famiglia, in quel caso!).

E allora, per non perdere l'onore, forse è il caso che siano i genitori a provvedere un fidanzato di buona famiglia per Oliva, che sta crescendo e ha pure un pretendente insistente a girarle pericolosamente attorno.

Sono anni in cui a un uomo è concesso adottare dei "metodi" decisamente poco ortodossi (che oggi, solitamente, verrebbero condannati con decisione, socialmente e penalmente), non rispettosi della volontà della donna su cui hanno messo gli occhi, e che vedono quest'ultima un soggetto passivo, che deve subire le attenzioni maschili anche se non le gradisce; e se il maschio si prende libertà che non dovrebbe (commettendo azioni discutibili, se non addirittura deplorevoli), ad essere giudicata male (non solo dalle malelingue ma, peggio, dalla legge) è sempre e comunque la donna, che sicuramente prima ha ammiccato e poi ha detto no, giusto per "tirarsi la calzetta" e farsi desiderare.

Questa tristissima concezione di ciò che è concesso o meno alla donna, se e come può dire sì o no a un corteggiamento, coinvolge come un uragano l'impreparata Oliva.
L'abuso che dovrà subire - con tutto il carico di sofferenza che si porterà dietro, tanto nel corpo quanto nell'anima, nonché rispetto alla gente, con i suoi giudizi superficiali e ottusi - la vedrà sì fragile, ferita ("la frattura è dentro. Sono una brocca rotta"), ma altresì coraggiosa, pronta a non soccombere ad una mentalità che la vuole non solo offesa ma anche muta: Oliva si ribella e oppone il proprio diritto di scelta, pagando il prezzo di un suo legittimo no.

Oliva non sarà sola nella sua piccola battaglia: avrà la famiglia accanto, la cara amica Liliana (comunista e femminista convinta) e una donna, Maddalena, che la incoraggerà a far sentire la propria voce e a non abbassare lo sguardo, perché non è lei ad aver commesso un'azione vergognosa, ma al contrario, l'ha subita ed ha il diritto di difendersi e pretendere giustizia.

Giustizia: riuscirà ad ottenerla, Oliva Denaro, e non solo per sé stessa ma per tutte le donne costrette a sottomettersi a una mentalità maschilista e ignorante?

Oliva è un bellissimo personaggio femminile, che il lettore vede crescere e maturare di capitolo in capitolo; leggendo, viviamo insieme a lei i conflitti all'interno della famiglia, il rapporto con i fratelli, quello difficile con la madre, le cui attenzioni Oliva ha sempre anelato ("Se mia madre mi vedeva, mi vedeva il mondo. Avevo attraversato la soglia dell’invisibilità. Ero una donna, come lei"), quello sereno, fatto più di silenzi che di parole, con il padre, che a dispetto del suo sembrare sempre in seconda fila, dietro le spalle di quella moglie nervosa, imbronciata e chiacchierona, mostrerà una delicatezza d'animo, una sensibilità e solidità che conquisterà noi lettori.

Ci si innervosisce nel sentire le malelingue delle comari che passano il tempo sparlando e intanto sgranano il rosario; ci si indigna nel leggere di come fosse considerato normale che le donne dovessero subire, ubbidire e accettare senza fiatare decisioni prese da altri su di loro, corteggiatori invadenti e soprusi, perché mica tutti gli uomini capiscono che "le femmine sono nuvole, questo mi ha detto, che è necessario osservare la forma che prendono e non cercare di metterle in uno stampo."

Vediamo Oliva mentre diviene consapevole di cosa e chi le fa battere il cuore, smuovendole qualcosa di indefinito ma piacevole "nel ventre";  ci fa tenerezza quel suo avvertire il desiderio di piacere ed esserne al contempo spaventata, vivendolo come una colpa.

La vediamo e l'ammiriamo mentre prova a tirare fuori un coraggio che non sapeva neppure di avere, stringendo i denti davanti a mortificazioni, umiliazioni, delusioni, ingiustizia, mormorii, o mentre la udiamo ribellarsi a una concezione della donna sbagliata e dannosa:

"Ma perché devono essere sempre declinate al plurale per ricevere considerazione? Agli uomini basta essere uno per valere qualcosa, con nome e cognome. Noi invece dobbiamo metterci in riga a formare una schiera, come fossimo una specie a parte."

Il racconto delle vicende di Oliva - che non sono soltanto private, ma che hanno una risonanza sociale e civile, e del resto, attraverso la sua incantevole protagonista, l'Autrice scandaglia la violenza dei ruoli sociali, che riguarda tutti, uomini compresi - partono negli anni Sessanta, per poi portarci con un salto a vent'anni dopo, dove alla voce di Oliva si alterna quella dolce e rassicurante di un padre che c'è sempre stato e ancora c'è, e che è orgoglioso di questa figlia che qualcuno ha cercato di spezzare, ma che è cresciuta come una pianticella forte, capace di resistere alle difficoltà e di andare incontro al vento nonostante tutto.

"Le regole della corsa sono sempre le stesse, non cambiano mai, e io continuo ad andare, braccia e gambe e cuore, respiro a bocca aperta con le guance in fiamme, i capelli spettinati dal vento...".

Oliva è ogni donna che combatte per i propri diritti, per la propria felicità, per la libertà di fare delle scelte da sola e di poter decidere del proprio corpo, di dire no o sì in base a ciò che lei - e nessun altro - desidera per sé stessa.

"Oliva Denaro" è un romanzo di formazione che affronta tematiche come la violenza subita dalle donne, l'arroganza di uomini che credono di poter disporre del corpo e della vita di una donna come se fosse un oggetto, la paura di denunciare, di non essere tutelate dalla legge, e purtroppo in quegli anni manco la legge teneva conto adeguatamente della volontà e dei diritti delle donne.

La Ardone ha creato una protagonista femminile indimenticabile, che vi resterà nel cuore e vi smuoverà molte emozioni, dall'ammirazione alla tenerezza, da un senso di rabbia impotente davanti alle ingiustizie a una malinconica consapevolezza che... sì, è vero, ciò che è rotto non sempre si può aggiustare, non tutte le battaglie si possono sempre vincere e non in tutte le occasioni i buoni ottengono giustizia sui cattivi, ma la libertà è una conquista troppo importante e costa sacrificio.

Oliva lo sa, è favorevole alla libertà e a combattere per essa.

"Chinati giunco che passa la piena e arriva il momento di sollevare la testa."

Come non consigliarvelo caldamente? 

Recensione ❤❤ IL TRENO DEI BAMBINI  ❤❤

domenica 13 febbraio 2022

[[ PROSSIMAMENTE IN LIBRERIA ]] TREMA LA NOTTE di Nadia Terranova - LE MOGLI HANNO SEMPRE RAGIONE di Luca Bianchini



Due libri che troverete in libreria prossimamente e che personalmente mi interessano perché scritti da autori di cui ho già letto opere precedenti, per la precisione Addio fantasmi di Nadia Terranova e diversi romanzi del simpaticissimo Luca Bianchini (DIMMI CHE CREDI AL DESTINO, NESSUNO COME NOI, IO CHE AMO SOLO TE, LA CENA DI NATALE: BACI DA POLIGNANO, SO CHE UN GIORNO TORNERAI).


TREMA LA NOTTE
di Nadia Terranova



Einaudi Ed.
176 pp
USCITA
22 FEBBRAIO 2022

28 dicembre 1908: il più devastante terremoto mai avvenuto in Europa rade al suolo Messina e Reggio Calabria. 
Nadia Terranova ci racconta di una ragazza e di un bambino cui una tragedia collettiva toglie tutto, eppure dona un'inattesa possibilità. Quella di erigere, sopra le macerie, un'esistenza magari sghemba, ma più somigliante all'idea di amore che hanno sempre immaginato. Perché mentre distrugge l'apocalisse rivela, e ci mostra nudo, umanissimo, il nostro bisogno di vita che continua a pulsare, ostinatamente.

«C'è qualcosa di piú forte del dolore, ed è l'abitudine». 
Lo sa bene l'undicenne Nicola, che passa ogni notte in cantina legato a un catafalco, e sogna di scappare da una madre vessatoria, la moglie del più grande produttore di bergamotto della Calabria. 
Dall'altra parte del mare, la ventenne Barbara, arrivata in treno a Messina per assistere all'Aida, progetta di fuggire dal padre, che vuole farle sposare un uomo di cui non è innamorata. 
I loro desideri di libertà saranno esauditi, ma a un prezzo altissimo. La terra trema, e il mondo di Barbara e quello di Nicola si sbriciolano, letteralmente. 
Adesso che hanno perso tutto, entrambi rimpiangono la loro vecchia prigione. 
Adesso che sono soli, non possono che aggirarsi indifesi tra le rovine, in mezzo agli altri superstiti, finché il destino non li fa incontrare: per pochi istanti, ma cosí violenti che resteranno indelebili. 
In un modo primordiale, precosciente, i due saranno uniti per sempre.



LE MOGLI HANNO SEMPRE RAGIONE
di Luca Bianchini



Mondadori
240 pp
USCITA
8 MARZO 2022
Tra canzoni stonate, melanzane alla parmigiana, segreti inconfessabili e voci di paese in cui tutti parlano e nessuno dice, Luca Bianchini scrive una commedia esilarante e ci fa vivere nella sua amata Polignano una nuova avventura ricca di colpi di scena, in cui tutte le tessere del mosaico si mettono lentamente a posto per rivelare una sorprendente verità.


Il maresciallo Gino Clemente ama la canottiera bianca, il karaoke, il suo labrador e soprattutto la moglie Felicetta, e coltiva un unico desiderio: andare presto in pensione. 
Dopo anni passati lontano da casa, viene finalmente trasferito nel suo paese d'origine, Polignano a Mare, a ridosso della festa patronale di San Vito che dà inizio all'estate. 
Per l'occasione, la famiglia allargata degli Scagliusi decide di celebrare il compleanno della piccola Gaia con una "festa nella festa", durante la quale Matilde può inaugurare e soprattutto mostrare la sua nuova masseria a parenti e pochi amici. 
Non mancano i manicaretti peruviani preparati dalla fedele Adoración, la tata tuttofare della famiglia. 
Oltre a Ninella, don Mimì e a tutti i protagonisti di Io che amo solo te è stato invitato anche il maresciallo Clemente che però declina, ma sarà chiamato con urgenza sul posto: Adoración è stata trovata senza vita nel salottino degli angeli collezionati con amore dalla padrona di casa. È subito chiaro che non si tratta di una morte accidentale. 
Chi può essere stato? 
Nel pieno della notte di San Vito, il maresciallo si troverà ad affrontare un po' controvoglia la sua prima vera indagine. Ad aiutarlo nell'impresa ci penseranno la brigadiera Agata De Razza, salentina dai capelli ricci e dalla polemica facile, e l'appuntato Perrucci, il carabiniere più sexy del barese, oltre naturalmente al suo fiuto, a quello del suo cane Brinkley e ai consigli disinteressati della moglie. 
Per tutti gli abitanti della zona sarà il giallo dell'estate. 

lunedì 4 gennaio 2021

Le mie letture di inizio anno ^_-

 

Ecco le mie letture di inizio 2021.


BORGO SUD di Donatella Di Pietrantonio

È il prosieguo de L'Arminuta (RECENSIONE).

Einaudi
168 pp
È ancora buio quando Adriana tempesta alla porta di casa della sorella, con un neonato tra le braccia. 
Non si vedevano da un po’, e sua sorella nemmeno sapeva che lei aspettasse un figlio. Ma da chi sta scappando? È davvero in pericolo?
Adriana porta sempre uno scompiglio vitale, impudente, ma soprattutto una spinta risoluta a guardare in faccia la verità. Anche quella piú scomoda, o troppo amara. Cosí tutt’a un tratto le stanze si riempiono di voci, di dubbi, di domande.
Entrando nell’appartamento della sorella e di suo marito, Adriana, arruffata e in fuga, apparente portatrice di disordine, indicherà la crepa su cui poggia quel matrimonio: le assenze di Piero, la sua tenerezza, la sua eleganza distaccata, assumono piano piano una valenza tutta diversa.
Anni dopo, una telefonata improvvisa costringe la narratrice di questa storia a partire di corsa dalla città francese in cui ha deciso di vivere. Inizia una notte interminabile di viaggio – in cui mettere insieme i ricordi -, che la riporterà a Pescara, e precisamente a Borgo Sud, la zona marinara della città. 
È lí, in quel microcosmo cosí impenetrabile eppure cosí accogliente, con le sue leggi indiscutibili e la sua gente ospitale e rude, che potrà scoprire cos’è realmente successo, e forse fare pace col passato.


MIA SORELLA EMANUELA. SEQUESTRO ORLANDI: VOGLIO TUTTA LA VERITÀ di Pietro Orlandi, Fabrizio Peronaci (Ed. Anordest, 252 pp).

Ventotto anni dopo, il giallo della scomparsa di Emanuela Orlandi, la cittadina vaticana sparita il 22 giugno 1983 mentre tornava a casa dopo una lezione di flauto, è a una svolta. Le indagini recenti hanno portato alla decisione di riaprire la tomba di Renatino De Pedis, il capo della banda della Magliana sepolto nella cripta della basilica di Sant’Apollinare, nel pieno centro di Roma. La banda organizzò il sequestro della Orlandi come arma di ricatto verso la Santa Sede? 
Il movente è nel transito di fiumi di danaro tra i gangster e lo Ior? È solo l’ultima pista.Ma Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela, non si accontenta. Così, esce allo scoperto con un libro-intervista scritto con il giornalista del Corriere della Sera Fabrizio Peronaci. 
Per la prima volta racconta nei dettagli il suo incontro del gennaio 2010 con Ali Agca, quando tra lo scetticismo degli inquirenti andò in Turchia per incontrare l’attentatore del Papa uscito dal carcere.
È un documento straordinario e destinato a fare scalpore, il resoconto dettagliato del faccia a faccia tra Pietro e l’attentatore. 
Ci sono nomi, circostanze, accuse. Come inedita è un’altra pista di cui si parla dettagliatamente nel libro, emersa nel 2009, secondo la quale Emanuela vivrebbe perfettamente integrata in una Paese nordafricano.

venerdì 27 novembre 2020

Prossimamente in libreria (dicembre - gennaio 2021)



Diamo un'occhiata a qualche pubblicazione futura?

Partiamo da un romanzo della fortunatissima serie I bastardi di Pizzofalcone.


FIORI
per i bastardi di Pizzofalcone
di Maurizio De Giovanni



Einaudi Ed.
272 pp
USCITA
1° DICEMBRE 2020
Savio Niola, proprietario di uno storico chiosco di fiori, è stato ammazzato. Un delitto che sconvolge Pizzofalcone, perché l'anziano era amato da tutti nel quartiere. 
Lo consideravano una specie di «nonno civico», che non avendo una famiglia propria si prodigava per quelle degli altri. Aiutava i giovani spingendoli a studiare, cercando di tenerli lontani da strade senza ritorno; chiunque si rivolgesse a lui poteva contare su una parola gentile, su un po' di attenzione, se necessario su un sostegno materiale. 
Eppure è stato letteralmente massacrato. 
Chi può avere tanto odio, tanta rabbia in corpo da compiere un gesto simile? 
Poco tempo prima l'uomo si era esposto contro il racket che taglieggia i commercianti della zona, ma la pista della criminalità organizzata non convince i Bastardi, ancora una volta alle prese con un caso difficile da cui, forse, dipendono le sorti del commissariato. 
Un commissariato che, per loro, è ormai molto piú di un luogo di lavoro. Come per Savio era il suo chiosco.






Il secondo libro racconta la saga di una famiglia che si dipana lungo tutto il Novecento, in un Paese diviso e segnato da carestie e guerre, dittature e rivoluzioni. Tre generazioni di donne forti, che affrontano la vita con coraggio e determinazione. 




QUANDO LE MONTAGNE CANTANO
di Phan Que Mai Nguyen



Editrice Nord
trad. F. Toticchi
USCITA
11 GENNAIO 2021
Dal loro rifugio sulle montagne, la piccola Hương e sua nonna Diệu Lan sentono il rombo dei bombardieri americani e scorgono il bagliore degli incendi che stanno devastando Hanoi. 
Tornate in città, scoprono che la loro casa è completamente distrutta, eppure non si scoraggiano e decidono di ricostruirla e, per infondere fiducia nella nipote, Diệu Lan inizia a raccontarle la storia della sua vita: degli anni sotto l'occupazione francese e durante le invasioni giapponesi; di come tutto fosse cambiato con l'avvento dei comunisti; della sua fuga disperata verso Hanoi senza cibo né denaro e della scelta di abbandonare i suoi cinque figli lungo il cammino, nella speranza che, prima o poi, si sarebbero ritrovati. 
E così era accaduto, perché lei non si era mai persa d'animo. Quando la nuova casa è pronta, la guerra è ormai conclusa. I reduci tornano dal fronte e anche Huong finalmente può riabbracciare la madre, Ngọc. 
Ma è una donna molto diversa da quella che lei ricordava. 
La guerra le ha rubato le parole e toccherà a Huong darle una voce, per aiutarla a liberarsi del fardello di troppi segreti...





Proseguo con un'autrice romance italiana di cui ho letto diversi romanzi appartenenti alla serie Roma Caput Mundi.


FIGLIA DI ROMA
di Adele Vieri Castellano


Amazon Crossing
USCITA 
12 GENNAIO 2021

È una donna, non più una bambina, e solo lui può aiutarla

Britannia, 61 d.C. Le orde di Boudicca hanno invaso la pianura. Animata da un devastante desiderio di vendetta, la regina guerriera ha realizzato l’impossibile: unire tutte le tribù britanniche contro l’invasore romano.
Ad assistere alla devastazione c’è un uomo. Osserva gli edifici in fiamme, aspira l’odore degli incendi, ascolta le grida disperate delle vittime. Impotente, solo, ha quasi dimenticato il suo vero nome ma non la missione che gli ha affidato l’imperatore cui deve fedeltà. Nessuno potrà fermarlo perché il destino di molti, forse anche quello dell’Impero, è nelle sue mani.
La sua determinazione è però destinata a scontrarsi con un’ombra dal passato che potrà mettere in discussione la sua stessa identità. La ricordava bambina ma adesso è una donna e ha bisogno della forza, della lealtà e del valore di un soldato romano. 
Valeria, la figlia di Marco Quinto Valerio Rufo, ha un nuovo, pericoloso incarico per lui.





martedì 21 aprile 2020

Letture... da Far West



Pochi giorni fa mi è balzato davanti agli occhi un autore di cui ho letto moooooolti anni fa un romanzo sentimentale che non mi aveva entusiasmato (ero adolescente, c'è da dire questo):  Larry McMurtry, di cui lessi Voglia di tenerezza (acquistato, tra l'altro, perché mi era piaciuta la copertina, tutta a fiori e romanticissima).


Ad ogni modo, i due romanzi che hanno attirato la mia attenzione appartengono ad una saga western, genere che dal punto di vista cinematografico non calcolo nemmeno di striscio (anzi, quando vedo un film western in tv, cambio canale alla velocità della luce!) ma, per motivi a me ignoti, quando si tratta di romanzi, ne sono oltremodo affascinata.


In ordine di pubblicazione:

Lonesome Dove (1985) - pubblicato in Italia da Einaudi nel 2019
Le strade di Laredo (1993) - pubblicato in Italia da Einaudi nel 2018
Dead Man's Walk (1995) - non ancora pubblicato in Italia
Comanche Moon (1997) - non ancora pubblicato in Italia

Seguendo la cronologia interna delle vicende:
Dead Man's Walk - ambientata nei primi anni del 1840
Comanche Moon - ambientata negli anni 1850-1860
Lonesome Dove - ambientata nella metà degli anni 1870
Streets of Laredo - ambientata all'inizio del 1890



LONESOME DOVE (Ed. Einaudi, trad. M. Emo, 992 pp, 16 euro).

.
In uno sputo di paese al confine fra il Texas e il Messico, Augustus McCrae e Woodrow Call, due dei piú grandi e scapestrati ranger che il West abbia conosciuto, hanno cambiato vita: convertiti al commercio di bestiame, ammazzano il tempo come possono. 
Augustus beve whiskey e gioca a carte, mentre Call lavora sodo dall’alba al tramonto. 
L’equilibrio si spezza quando, dopo una lunga assenza, torna in cerca d’aiuto un vecchio compagno d’armi, il seducente e irresponsabile Jake Spoon, che descrive agli amici i pascoli lussureggianti del Montana, dando fuoco alla miccia dell’irrequietezza di Call: raduneranno una mandria di bovini, li guideranno fin lassú e saranno i primi a fondare un ranch oltre lo Yellowstone. 

Eroi e fuorilegge, indiani e pionieri, la malinconia di un’epoca al tramonto e l’eccitazione di una cavalcata selvaggia. 
L’avventura che non finirà mai: questo è il West.




Con Le strade di Laredo (trad. M. Emo, C. Mennella, 504 pp, 22 euro) Larry McMurtry ci riporta sui sentieri di Lonesome Dove.

,
Texas, fine di un’epoca. Gli infiniti spazi aperti su cui scorrazzavano le grandi mandrie del West sono ora solcati dai binari dei treni, e su quei treni viaggiano merci preziose che i banditi possono rubare. Per fermarne uno astuto e spietato come Joey Garza serve «il piú famoso Texas Ranger di tutti i tempi». Il capitano Woodrow Call è di nuovo in sella e, affiancato da compagni vecchi e nuovi, deve affrontare la piú insidiosa delle sfide: quella contro il tempo.

Texas, ultimo scampolo dell’Ottocento. Il mondo è cambiato, ma la storia continua. Niente piú mandrie di bestiame che percorrono praterie immense, ma treni che tagliano l’orizzonte.
Tutto riprende da dove era iniziato, però con un salto di una ventina d’anni: Woodrow Call è di nuovo nella terra da cui si era allontanato per un’ormai leggendaria spedizione nel Montana. Tanti suoi amici di un tempo non ci sono piú, come non ci sono piú i nemici che conosceva bene, gli indiani e i messicani. 
I nuovi nemici sono i fuorilegge, che imperversano su entrambe le sponde del Rio Grande. Il capitano Call, «il piú famoso Texas Ranger di tutti i tempi», è ormai un cacciatore di taglie. 
La sua fama lo precede e proprio per questo viene ingaggiato da un magnate delle ferrovie yankee per scovare un giovane bandito messicano che rapina i suoi treni e uccide i passeggeri. Sembrerebbe una faccenda di ordinaria amministrazione, ma Call è un eroe al tramonto, pieno di acciacchi e prigioniero dei ricordi, e ha bisogno di un compagno fedele per condurre la caccia. Come sempre convoca Pea Eye, suo caporale ai tempi dei ranger. 
Ma il mite Pea Eye ora è sposato con Lorena, l’ex bellissima prostituta dai tempi di Lonesome Dove, ha cinque figli e una fattoria da mandare avanti: la sua fedeltà va soprattutto alla famiglia. 
Call scopre di colpo che il suo rassicurante passato lo respinge, proprio mentre un irriconoscibile presente gli si para davanti sotto le sembianze di Ned Brookshire, un timoroso ragioniere di Brooklyn che gli viene messo alle costole dalla compagnia ferroviaria per tenere i conti della missione, ma soprattutto del terribile Joey Garza, un imberbe messicano gelido e individualista che colpisce con metodi inediti e imprevedibili. 

Carico di azione, violenza, umorismo e malinconia, Le strade di Laredo prosegue e completa la storia dei personaggi già cari ai lettori di Lonesome Dove e la intreccia con quella dei suoi nuovi, memorabili protagonisti – tra i quali giganteggia Maria, l’indomita madre di Joey Garza. Tutti saranno riuniti in una mirabile resa dei conti che, nello stile di Larry McMurtry, smonta qualsiasi stereotipo western. 
Le strade di Laredo non è un semplice sequel né soltanto la storia di un’estenuante caccia all’uomo, ma racconta un mondo brutale, in rapido cambiamento, dove i valori tradizionali quali l’amore, l’amicizia, la fedeltà e la solidarietà verranno rifondati alla luce della nuova era che sta per nascere.


Larry McMurtry è nato nel 1936 a Archer City, nel Texas. Romanziere e sceneggiatore, nel 1986 ha vinto il premio Pulitzer per la narrativa con Lonesome Dove e nel 2006 l'Oscar per la migliore sceneggiatura non originale con I segreti di Brokeback Mountain. Da molti dei suoi romanzi sono stati tratti film di grande successo come Hud il selvaggio, L'ultimo spettacolo e Voglia di tenerezza. Per Einaudi è uscito Lonesome Dove (2017 e 2019), prima parte della saga che con Le strade di Laredo (2018) si conclude.

giovedì 6 febbraio 2020

Recensione: IL TRENO DEI BAMBINI di Viola Ardone



Viola Ardone ha scritto una storia col cuore, che parla al cuore e nel cuore resta. La storia di un bambino troppo piccolo per fare scelte realmente consapevoli, ma grandicello quanto basta per seguire il desiderio (legittimo) di provare ad avere una vita migliore, lontana da quelle umilissime origini, avare di sogni e ambizioni, dalle quali però non ci si separa mai definitivamente, e anzi, alle quali sarà necessario ritornare per dare requie a tormenti e sensi di colpa.



IL TRENO DEI BAMBINI
di Viola Ardone



Ed. Einaudi
248 pp
“Siamo i bambini del Mezzogiorno. La solidarietà e l’amore degli emiliani dimostra che non esistono Nord e Sud, esiste l’Italia”.

Amerigo Speranza ha sette anni nel 1946; vive a Napoli, in un vicolo vivace ma povero; suo padre non sa chi sia, non l’ha mai conosciuto e di lui sa solo che se n’è andato in America a far soldi e fortuna, e quando avrà ottenuto entrambi tornerà a casa; ha avuto un fratello maggiore di nome Luigi, morto prematuramente per una malattia, e adesso vive con mamma Antonietta, una donna bella, dai lunghi e folti capelli neri, che raramente sorride e regala abbracci e carezze al figlioletto.

Antonietta è una mamma giovane che tira avanti la propria piccola famiglia con dignità e sacrificio, cercando di mettere sempre un tozzo di pane in tavola, ma la guerra è appena finita, lei è sola (anche se in casa si aggira un uomo taciturno e ambiguo, Capa ‘e fierro, che sta decisamente poco simpatico ad Amerigo) e la miseria è nera, che più nera non si può.

Amerigo lo vede che sua madre è triste, un’ombra cupa costantemente accompagna il suo bel viso; cerca di starle dietro (in tutti i sensi, “Mia mamma avanti e io appresso. Per dentro ai vicoli dei Quartieri spagnoli mia mamma cammina veloce: ogni passo suo, due miei”), di dare un senso al suo pragmatismo, al suo essere così essenziale e spiccia nei modi e nel parlare e ci intenerisce “ascoltare” la sua voce di bambino, schietta, ingenua e inconsapevolmente e dolcemente ironica, mentre ci parla del suo piccolo grande mondo, che è il rione in cui è cresciuto.
Ci sembra di essere lì con lui, di sentire voci, suoni, rumori, di vedere le persone che lo circondano - uomini che svolgono i lavori più umili per tirare avanti, madri stanche ma determinate nel crescere masnade di figli, ragazzi e bambini cresciuti in fretta e per la strada, che si fanno ogni giorno più esperti nell’arte dell’arrangiarsi -, di toccarne gli stracci, le scarpe rotte, e sentirli, nonostante tutto, vivi.
Ma non si campa con le buone intenzioni e la vivacità: il pane ci vuole e per davvero, come ci vogliono scarpe nuove, vestiti adatti, cappotti caldi.
E il Partito Comunista si sta attivando per dare una mano alle famiglie più poverelle, che stanno facendo più difficoltà a riprendersi dopo la guerra: vengono organizzati dei treni speciali, i “treni dei bambini”, che portano i “figli del Sud” presso famiglie del Nord disposti ad ospitarli per un certo tempo: giusto quello necessario per rifocillarli, dar loro cibo, vestiario, il calore di una casa in cui non mancano i beni necessari (e anche qualcosina in più), così che poi, pasciuti e sereni, possano ritornare alle proprie case, ai propri genitori.

Mamma Antonietta è tra quei genitori che aderiscono all’iniziativa.
Proviamo ad immaginare questa giovane donna single, che ha perso un figlio piccolo - con tutto il carico di dolore che una perdita di questo genere comporta - e che adesso la povertà costringe a fare una scelta drammatica: tengo mio figlio vicino a me col rischio che muoia di fame, o me ne separo mandandolo per qualche tempo presso un’altra casa, altri “mamma e papà”? E se non mi dovesse più tornare indietro? Cosa si è disposti a fare per amore?
Antonietta - e come lei altre madri e padri - decide di accettare le esortazioni di queste donne comuniste, come Maddalena Criscuolo, che insistono sulla bontà della proposta: date un’alternativa - anche solo temporanea - alle vostre creature, dimostrate loro il vostro amore infinito!

Sì, perché mandare via un figlio in quel Settentrione che pare lontano chissà quanto e forse manco pare Italia a chi dal Meridione non s’è mai allontanato, è un atto d’amore: sofferto, certo, e lo è proprio perché “costa”, ed è un atto anche di fede, di speranza, di coraggio, perché richiede ai genitori di fidarsi di questi comunisti che dicono di volerli aiutare alleggerendoli per un po’ di bocche da sfamare.

Ed è così che gruppi di bambini vengono fatti salire su questi treni speciali, diretti verso destinazioni a loro ignote e sulle quali girano voci spaventose che terrorizzano i piccoli: ma siamo sicuri che non ci mandano in Siberia, in campi di lavoro? E davvero ci taglieranno le mani e i piedi e ci cucineranno nel forno?

Amerigo Speranza parte, dopo una foto con la mamma e scarsità di carezze e affettuosità da parte sua; parte lanciando il cappottino nuovo (la scena dei bimbi che buttano i cappotti dal finestrino per lasciarli alle loro famiglie, che ne hanno più bisogno, provoca brividi di tenerezza) appena dato ai bambini dai comunisti, e con la mela annurca che Antonietta gli ha messo in tasca.
Parte per questo viaggio della speranza assieme ad altri poverelli come lui, tra cui l’amico Tommasino e la lagnosa Mariuccia; ore di treno e finalmente si giunge a Modena e, pian piano, uno alla volta, tutti i bambini del Sud vengono scelti da qualcuno.
Ad Amerigo “càpita” Derna, una donna giovane, bella, single, comunista convinta, gentile e affettuosa quanto basta, che però, per ragioni legate al lavoro, non può occuparsi di Amerigo durante il giorno, così lo manda da sua sorella, in casa Benvenuti, dove ci sono anche tre bambini. Il capofamiglia, Alcide, è un uomo buono, caloroso, allegro, che accoglie in casa il bimbo del treno con una tale spontanea gioia da metterlo in imbarazzo e suscitando anche, inizialmente, le gelosie di uno dei figli.

Prima vi ho chiesto di mettervi nei panni di una madre che lascia andare, per amore, la propria creatura; adesso è il momento di provare a capire come si sentiva Amerigo e, in generale, i “bambini del treno”.
Tua madre ha deciso per te che un giorno avresti lasciato il vicolo, i tuoi amici, le tue strade, la tua casa disadorna ma pur sempre tua, gli affetti più cari…, per salire su un treno e andare via, in un posto che non conosci, in casa di estranei che non sai come ti accoglieranno. Amerigo si sente smarrito, confuso, abbandonato al suo destino; non sa che pensare, come comportarsi, come reagire alle gentilezze di persone che non hai mai visto prima; però, essendo sveglio, attento, intelligente e sensibile, non può non notare quanto Derna e i Benvenuti facciano di tutto per farlo sentire a casa, per fargli capire che sono felici di averlo con loro, di poterlo aiutare.
Il loro amore incondizionato gli fa piacere e, allo stesso tempo, un po’ lo confonde, e giorno dopo giorno lui sente di stare così bene là da sentirsi “spezzato in due”, diviso tra il pensiero della mamma lasciata nel vicolo, che lo aspetta (perché lei lo aspetta, vero?), e il calore di una famiglia che, oltre a cibo e vestiti, gli sta dando una nuova prospettiva di vita: a Modena, in casa Benvenuti di giorno e con Derna che gli si accoccola vicino di sera e gli legge una storia, lui sta bene. Sta scoprendo anche di avere un talento musicale che vorrebbe poter coltivare. E poi gli stanno giungendo notizie di altri bambini come lui che hanno deciso di non tornare a casa, al Sud, perché ormai la loro vita è al Nord, nella nuova famiglia.

E lui, Amerigo, giunto nel Settentrione con la speranza di un po’ di benessere e di riscatto dalla povertà - fossero anche solo transitori -, che farà? Tornerà a casa dalla silenziosa mamma Antonietta, così parca di gesti affettuosi ma che pure è stata capace di un atto d’amore estremo, anche se non del tutto comprensibile agli occhi di un bimbo di soli sette anni?

Non vi darò chiaramente tutte le risposte, anche se non posso esimermi dall’aggiungere che a un certo punto la parte relativa al 1946 si interrompe e si salta agli anni Novanta.
Il narratore è sempre il nostro Amerigo, ma è mutata inevitabilmente “la voce”: non è più il bimbetto vispo e curioso di un tempo, che ci ha intenerito, fatto sorridere e stringere il cuore: adesso è un affermato musicista che ha superato i cinquanta e che la vita costringe a tornare nel suo rione di Napoli.
Lui, andato via su un treno, da bambino, torna nei luoghi dell’infanzia ormai adulto, con le spalle non più mingherline ma “da uomo fatto e finito”; torna con un nuovo nome, un nuovo bagaglio di vita e di esperienze, che l’hanno formato e reso ciò che è: un tipo solitario, di poche parole, avvezzo a divagare di fronte a domande precise su di sé inventando frottole sul momento.

Amerigo si guarda attorno e noi lettori, attraverso la sua voce malinconica, ci lasciamo sopraffare da “un sentimento strano, una nostalgia anticipata”, condividendola con il protagonista, sentendo un magone nella gola come lo sente lui; ci sembra di provare lo stesso suo carico di rimpianti e rimorsi, di “ti voglio bene” mai detti (“Ci siamo voluti bene da lontano, penso. Chissà se lo hai pensato pure tu”), di tutte quelle cose che andavano dette al tempo giusto ma che sono state taciute, provocando dolore, strascichi di silenzi sofferti, vuoti da riempire con quello che c’era a disposizione.
Malintesi:

La lontananza tra noi è diventata un’abitudine. Abbiamo disertato tanti appuntamenti. Dal momento in cui mi hai messo su quel treno, io e te abbiamo preso binari diversi, che non si sono più incrociati. (…) mi viene il dubbio che sia stato tutto un equivoco, tra me e te. Un amore fatto di malintesi”.

“C’è un tempo per ogni cosa”, ci ricorda l’Ecclesiaste della Bibbia, ed è così, e quando questo tempo lo perdiamo, recuperarlo davvero è impossibile; è come quando perdi il treno: non sempre l’occasione giusta ritorna.
E chi più di Amerigo s’intende di treni e di occasione colte o perdute? Lui vi salì suo malgrado e la sua vita ha preso un binario ed una direzione che, se l’avesse perso, mai si sarebbero ripresentati.
Ne è cosciente, la sua mente razionale di adulto lo sa che era solo un bambino e che non aveva colpe…; però di ciò che ha deciso da grande è responsabile, e questa consapevolezza, adesso che forse - pensa lui - è troppo tardi, lo dilania.

Ha paura, Amerigo:

“Paura dello sporco, della povertà, del bisogno; paura di essere un impostore (…). Negli anni la paura ha imparato a rattrappirsi in un angolo della mente, ma non è sparita, è rimasta in agguato (…). Tu non avevi paura di niente. Camminavi a testa alta. La paura non esiste, mi dicevi, è solo una fantasia.”.

Come il viaggio del 1946, anche questo potrebbe essere decisivo, solo che quello era un viaggio della speranza verso un futuro roseo, questo da adulto è un viaggio per ritrovare se stesso, per tornare alle proprie origini, a quel vicolo che, per certi verso, pare rimasto sempre uguale, come se il tempo burlone si fosse divertito a mettergli su un cappotto d’eternità.
Un viaggio che potrebbe aiutare quest’uomo a perdonarsi, a chiudere un cerchio lasciato aperto per quarant’anni, a riscoprire la propria famiglia e quanto bene si possa condividere con gli altri.
Perché finchè c’è vita, c’è speranza, recita un noto modo di dire.
Regàlatela, questa speranza, Amerì, concèditela. Non può che farti bene.

“Il treno dei bambini” racconta una storia di amore, di riscatto, di solidarietà - che bella l’Italia che accoglie, che apre le proprie porte, che dona, che non fa discriminazioni! Vicende come questa dei bambini dei treni, accolti in Emilia, ci rendono orgogliosi -, di rinunce e di sogni da realizzare, di bambini e di genitori che li hanno amati fino al sacrificio più grande; è la storia di un bambino che se ne va e torna uomo per rincorrere se stesso, con gli stesso dolori ai piedi di tanti anni prima, con mille domande ancora in testa. L’Autrice ha scritto un libro potente, che commuove, fa riflettere, emoziona; ha adottato magistralmente il punto di vista maschile, tanto quello del bambino - col suo linguaggio semplice, un po’ “sgrammaticato” e tanto spontaneo - quanto quello dell’uomo, la cui complessa interiorità ci viene restituita con sensibilità e delicatezza.

Chiedo scusa per la lunghezza della recensione ma ci sono storie che, se le sintetizzassi, le snaturerei; ci tenevo a trasmettervi quello che ho provato leggendolo e a consigliarvelo perché è un gran bel libro, da non perdere.
Salite con Amerigo sul suo treno e... "Benvenuti! Benvenuti alla Speranza."
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