domenica 5 novembre 2017

Recensione: IO UCCIDO di Giorgio Faletti (RC2017)



Faletti, con il romanzo d'esordio Io uccido, ha scritto un thriller sorprendente, che cattura il lettore nella ricerca forsennata di un serial killer tanto folle quanto intelligente, coinvolgendolo attraverso tanti colpi di scena in un crescendo di tensione, dove al centro vi è la lotta tra personaggi totalmente opposti tra loro ma che fuggono ognuno dai propri demoni.


IO UCCIDO
di Giorgio Faletti





"...Io sono solo. (...) Tutti siamo chiusi in una prigione. La mia me la sono costruita da solo, ma non per questo è più facile uscirne."
"Mi spiace per te. Credo di intuire che non ami la gente".
"Tu la ami?"
"Non sempre.A volte cerco di capirla e quando non ci riesco cerco almeno di non giudicarla."
"Anche in questo siamo uguali. L'unica cosa che ci fa differenti è che tu, quando hai finito di parlare con loro, hai la possibilità di sentirti stanco. Puoi andare a casa e spegnere la tua mente e ogni cosa sua malattia. Io no. Io di notte non posso dormire, perchè il mio male non riposa mai".
"E allora tu che cosa fai, di notte, per curare il tuo male?"
"Io uccido...".


Jean-Loup Verdier è un dee-jay di Radio Monte Carlo, che conduce un programma serale di successo, caratterizzato dalle tantissime telefonate di persone che hanno voglia di parlare, raccontarsi.
Ma una notte, durante la trasmissione, lo speaker riceve una telefonata decisamente diversa dalle solite, per tenore e contenuti.

Il brano che vi ho trascritto come incipit è parte della prima conversazione tra Jean-Loup e il suo interlocutore, che dichiara di essere un assassino.
La telefonata si interrompe bruscamente dopo l'ultima raggelante frase, ma nonostante la sensazione di sconcerto di tutti, in radio, la cosa viene archiviata come uno scherzo di cattivo gusto.
Il giorno dopo, però, un noto e giovane pilota di Formula Uno viene trovato morto nella sua barca, insieme alla fidanzata, entrambi uccisi e mutilati con ferocia.

Scatta così, immediatamente, la caccia all'uomo, e con essa inizia anche una serie di delitti terrificanti, realizzati con una precisione e una meticolosità incredibili da un assassino che, evidentemente, è tutto fuorchè un improvvisatore; come spesso accade negli assassinii seriali, il modus operandi ha delle peculiarità costanti: le vittime vengono tutte orribilmente mutilate, nel senso che l'assassino asporta completamente la pelle dal viso e dalla testa, lasciando al posto della faccia una maschera insanguinata e irriconoscibile; sulla scena del delitto, l'uomo - che nelle telefonate dice di essere "uno e Nessuno" (e infatti verrà chiamato Nessuno nel corso delle indagini) - lascia la propria "firma", "Io uccido"; ogni omicidio è preceduto dalla inquietante ed enigmatica telefonata in cui Nessuno lascia intendere, parlando a Jean-Loup ma anche ai "cani abbaianti" che lo stanno cercando (polizia) e che seguono ansiosamente la trasmissione, che a breve agirà di nuovo e lo fa attraverso un indizio musicale, con cui sfida coloro che ascoltano ad interpretarlo per risolvere l'enigma, riuscendo a precederlo, evitando così la morte di poveri innocenti.

Ma la provocazione purtroppo resta tale perchè gli investigatori e la Polizia monegasca non riescono a decifrare - almeno non in tempo - questi famigerati indizi e finiscono per dover accettare, con desolazione, che il serial killer si sta prendendo gioco di loro; i morti intanto si susseguono l'uno dietro l'altro, mettendo in allarme l'intero principato di Monaco, che mai ha ospitato un assassino seriale al suo interno...

A portare avanti le indagini, tra gli altri, c'è il commissario della Suretè Publique, Nicolas Hulot, che ha deciso di avvalersi del valido e professionale aiuto di un grande amico, Frank Ottobre, agente FBI in congedo temporaneo.
Nicolas è un commissario diligente e intuitivo, che sa il fatto suo, ma è convinto che Frank sia quello che "fa al caso suo", e che più di tutti abbia le carte in regola per dare la caccia al fantasma inafferrabile che sta portando terrore e sangue nel principato; il primo, però, che deve crederci e tirar fuori le proprie capacità investigative è proprio lui, Frank.

Frank ha un recente passato che lo ha tormentato e ancora adesso lo tiene stretto in una morsa di dolorosa indolenza: la sua amata moglie Harriet si è suicidata e lui in seguito è entrato in una profonda depressione, che chiaramente lo ha tenuto lontano non soltanto dal lavoro, ma dalla vita stessa.
Adesso il suo caro amico Nicolas (con cui ha in comune la perdita di una persona cara, con tutta la sofferenza che ne deriva), però, chiede il suo aiuto e Frank, nonostante la sua poca voglia di vivere e interagire con altri esseri umani, non può tirarsi indietro; e se inizialmente dice sì a questo incarico per amicizia, col passar dei giorni, e con l'aumentare dei delitti, a muoverlo è il guanto di sfida gettato da Nessuno, nonchè il desiderio di fermare le morti di diversi innocenti.

Analizzando le agghiaccianti scene degli omicidi e le telefonate (indizi musicali in primis), Frank e Nicolas si rendono conto che Nessuno è fin troppo bravo e attento a non lasciare nessun appiglio ai "cani" che gli sono col fiato sul collo, anzi "regala" loro tracce ambigue, soggette a diverse interpretazioni, ed infatti i nostri due uomini non riescono ad arrivare in tempo per mettere in salvo la vittima designata...

"erano due uomini, due sentinelle a guardia di un mondo in guerra, dove la gente si uccideva e moriva".

Lo scoraggiamento dilaga in centrale e Frank e Nicolas sembrano girare a vuoto, anche se il primo riesce all'occorrenza a sfoderare le sue capacità di osservazione e a cogliere piccoli particolari, negli assassinii, che risultano utili per poter arrivare, passo dopo passo, a capire di chi si tratti.
A dare il proprio contributo interverranno, di volta in volta, vari personaggi: ad es., il giovane Pierrot, che lavora in radio ed è un grande amico e ammiratore di Jean-Loup; è autistico ma ha una impressionante e mirabile memoria per quanto riguarda la musica, copertine di dischi ecc, il che sarà davvero importante per cercare di comprendere gli indizi musicali di Nessuno.

Il lettore segue, di capitolo in capitolo, il procedere delle frenetiche indagini da parte di tutto il dipartimento di polizia, che barcolla tra il breve e labile entusiasmo per le poche tracce che sembrano portare un minimo di progresso verso la verità, e il più diffuso abbattimento morale di fronte alla triste consapevolezza di avere a che fare con un omicida fin troppo furbo.

Intanto, le cose si ingarbugliano per Frank perchè a dargli qualche cruccio in più ci si mette un potente generale americano, Nathan Parker, padre della donna uccisa nel primo omicidio; l'uomo, assetato di vendetta, pretende di condurre delle personali indagini, parallele a quelle ufficiali, per acchiappare il mostro; inizialmente chiede aiuto all'abile agente dell'FBI, ma quando Frank si rifiuta di collaborare con lui, il vecchio e cinico generale inizia una sorta di guerra fredda con Mr Ottobre.
A complicare la matassa si aggiunge la storia personale e sofferta della figlia del generale, la bella Helena dagli occhi tristi, prigioniera di un padre orco dal quale sogna di poter fuggire, un giorno...

La strada verso la soluzione dell'intricato caso è costellata di ostacoli, deviazioni, grossi abbagli che aumentano l'insoddisfazione e la rabbia in polizia, pochi successi e, ancor di più, ancora morti di povere persone senza colpa, che minano la tempra e la fermezza emotiva e mentale - già un po' traballanti per ragioni personali - di Frank, che si ritrova man mano più solo davanti a Nessuno, un'ombra sempre più oscura e malefica, difficile da individuare ed afferrare.
Ma anche lui commette i suoi errori e, a colpi di intuizioni, ragionamenti e ricerche certosine, Frank riuscirà a svelare l'identità di Nessuno: l'assassino è sempre stato lì, in mezzo a loro, "a portata di mano"..., metafora di come spesso il Male sia abile nel travestirsi, e pur avendolo accanto non sempre abbiamo le "armi" giuste per riconoscerlo.

Ma conoscere l'identità di Nessuno non vuol dire averlo preso, quindi la caccia al mostro continua fino alle ultime pagine, e con essa apprendiamo la verità sul perchè delle sue scellerate e macabre azioni delittuose: anche Nessuno è un uomo solo, con i suoi angosciosi demoni interiori, col suo passato doloroso alle spalle, al quale ha cercato di dare un "senso" attraverso crimini efferati...

Ogni tessera dello stupefacente mosaico creato da Faletti torna al suo posto, il cerchio si chiude e per qualcuno si profila la possibilità, tanto attesa e sospirata, di un futuro che abbia finalmente tinte meno fosche e sia carico di migliori promesse.

La lettura di questo thriller/noir è stata lunga ma, un po' come con i Karnowski, non pesante e di certo mai noiosa! Le quasi 700 pagine le ho sentite tutte, è vero, ma non per colpa di Faletti, che finalmente ho potuto conoscere come scrittore: la sua prosa è accurata, ricca di dettagli mai inutili e ridondanti ma sempre funzionali alla narrazione, che infatti procede in modo snello e fluido, avendo tutte le caratteristiche per rapire l'attenzione del lettore, che segue passo passo lo sviluppo dell'indagine, lasciandosi avvolgere dalla tensione emotiva che guida Frank Ottobre, di cui ho apprezzato la complessità psicologica; del resto, non è insolito che il protagonista di un noir poliziesco/thriller sia una sorta di "eroe tormentato" la cui mente è popolata e afflitta da angosce e incubi personali di cui è difficile liberarsi, fatto che però non gli impedisce - anzi, paradossalmente lo "aiutano" nel suo lavoro - di mostrare le proprie capacità umane e professionali per raggiungere gli obiettivi prefissi.

Il mio parere su "Io uccido" è assolutamente positivo; lo stile del compianto Giorgio Faletti mi ha affascinata e tenuta avvinta alla storia, che è molto ben articolata e raccontata, e ha tutti i requisiti per appassionare il lettore.
Leggerò sicuramente altro di Faletti!

E voi, avete letto questo romanzo o altri dell'Autore?



Obiettivo n.5
Un libro di un autore morto negli ultimi cinque anni

6 commenti:

  1. Ciao Angela, ho letto diversi romanzi di Faletti, ma questo rimane il mio preferito: ricordo ancora che lo lessi in estate quando frequentavo ancora il liceo e mi piacque davvero tanto :-)

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    1. Eh si, un bel libro che mi spinge a leggere altro di Faletti ;-)
      Buona domenica!!

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  2. Ammiro un autore che riesce a tenere l'attenzione del lettore avvinta per 700 pagine... la tua recensione mi ha fornito un incentivo in più per voler conoscere Faletti anche come scrittore. Grazie Angela! :)

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    1. Ciao erielle :)
      Si, la lunghezza non va a rallentare il ritmo, a mio avviso, perché ogni dettaglio della narrazione é funzionale allo sviluppo delle vicende e nulla è inutile ;)

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  3. Faletti ha una prosa unica,formidabile ed una profondità narrativa e di pensiero poetica e malinconica . I suoi aforismi colpiscono notevolmente .Io uccido resta il migliore Ma Niente di vero tranne gli occhi(l'unico che lo ricalca davvero) é quasi sugli stessi livelli. Più gore,piu sesso, più poetico. Meno incisivo il finale. Fuori da un evidente destino é il terzo suo romanzo ed anche come bellezza si attesta nella medesima posizione,a mio parere :Ci spostiamo sugli indiani navajos e su un killer ombra nel senso letterale; Da dimenticare Io Sono Dio ,il suo peggiore ;Brutta copia di Io uccido. Notevole seppur con cambio di canoni l'ottimo Appunti di un venditore di donne. Faletti mi mancherà per sempre

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    1. Ti ringrazio per la tua interessante analisi, Faletti mi ha colpito positivamente e sicuramente leggerò altro di lui!
      Manca, è vero...

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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