domenica 9 aprile 2017

Recensione film: JOHN WICK 2 (Chad Stahelski)



John Wick vorrebbe godersi la pensione ma evidentemente i contributi non sono sufficienti...
E così è costretto a tornare, e gli conviene essere più incaXXato che mai se vuole sopravvivere.


JOHN WICK 2


2017
REGIA: Chad Stahelski
CAST: Keanu Reeves, Riccardo Scamarcio, Claudia Gerini, Ian McShane, Common, Ruby Rose, John Leguizamo, Laurence Fishburne, Franco Nero.


Gli hanno ammazzato il dolce cucciolo regalatogli dalla moglie..., e lui si prende un cane dall’aspetto non proprio pacifico.

Gli hanno rubato la sua Mustang..., e lui se la va a riprendere e, in una Manhattan illuminata dalle luci della notte, è disposto a far fuori chiunque gli si metta contro.

E come nel precedente film, anche ora qualcuno vorrà farlo fuori effettivamente (ma va???), ma dovrà fare i conti con lo spietato e sempre abilissimo Wick, che è “un uomo di grande concentrazione, grande combattività e di grande forza di volontà”.

Insomma, suo malgrado, il malinconico e di poche parole John è tornato e lo vedremo sempre più arrabbiato, pronto a vestire panni dell’emissario di morte.

Fosse per lui, si ritirerebbe a vita privata, tant’è che ha deciso pure di seppellire “i ferri del mestiere”, ed è pronto a crogiolarsi nei ricordi, dolorosi e dolci insieme, del suo grande amore perduto, Helen.

Ma ahilui c’è qualcuno che viene a bussare alla porta della sua bella casa per “svegliare il can che dorme”: si tratta di Santino d’Antonio, un mafioso italiano che in passato ha salvato la vita a John; i due hanno stipulato un patto di sangue (fa fede il medaglione con l’impronta del sangue rappreso di Wick, tipo reliquia) che l’arrogante Santino gli sventola davanti agli occhi per ricordargli che “avanza un favore”, e pure grosso: deve ammazzare qualcuno per lui.

John non ci pensa due volte.. a dirgli di no!

“Non sono più quel genere di persona”.
“Tu sei sempre quella persona, John”.

Santino – interpretato da Scamarcio, che gli dà un atteggiamento indolente e altezzoso da boss un po’ vintage”, in stile anni ‘70 – ha i suoi modi per persuadere Wick a fare ciò che vuole: gli incendia la casa e il nostro eroe è costretto a cedere; viene spedito nella Caput Mundi a compiere la missione affidatagli: uccidere la sorella dello stesso Santino, Gianna, che è ad un passo dall’assumere una posizione di rilevo all’interno di una oscura organizzazione internazionale; chiaramente al fratello la cosa non va giù perché "quel posto a tavola" lo vuole lui.

E così John si ritrova al Continental Hotel versione Italia, dove trova Franco Nero-Django, ops! Julius, direttore dell’hotel, che gli chiede se per caso è lì a Roma per vedere il Santo Padre.

Ma di santi Wick non ha bisogno: a lui interessa solo saldare il debito col boss italiano per essere di nuovo libero. Così, in una sequenza del film ironica, vediamo John che si fa cucire due bei vestiti dal “taglio italiano” e un simpatico “sommelier” che gli illustra le varie armi che potrebbero fare al caso suo, in occasione della “festa” cui dovrà partecipare.

E John alla fine trova Gianna alle Terme di Caracalla; i due avranno un drammatico faccia a faccia, alla fine del quale Gianna muore sotto gli occhi di un perplesso John, che da quel momento si ritrova costretto a tirare fuori tutte le sue abilità per sfuggire agli uomini della signora d'Antonio, in particolare a Cassian  (Common), con cui avrà uno strepitoso combattimento corpo a corpo.

Ma non è tutto: Santino, dopo avergli chiesto di eliminare la sorella, adesso decide – da delinquente psicopatico qual è - di vendicarla…!

Povero John, non c’è un attimo di tranquillità per lui, costretto nuovamente a difendersi da nemici che vogliono la sua testa (su cui pende anche stavolta una taglia sostanziosa).

Ma chi ha osato risvegliare un uomo di vendetta quale è lui, pugnalandolo alla schiena perché tornasse in gioco per ottemperare ai propri impegni, non può pretendere che John Wick se ne stia buono buono e accetti passivamente il proprio destino, perché ad ogni atto di violenza ne seguono per forza degli altri ancora più truci.

In tutto questo marasma di inseguimenti furiosi, che siano con auto e moto per le strade newyorchesi o nelle catacombe romane o  ancora nella stanza degli specchi nella resa dei conti finali, John Wick deve stare attento a non contravvenire alle poche ma essenziali regole in vigore tra i criminali, tra cui quella di non spargere sangue all’interno delle mura del Continental Hotel, diretto da Winston, che cerca di rammentare al killer ciò che non deve fare se non vuole trovarsi tutti addosso.

Ma da uno che c’ha tatuato la frase “Il destino favorisce chi osa” che ti puoi aspettare?



Considerazioni.

Inevitabile sarà il terzo capitolo della saga, ma intanto dico che questo è forse più movimentato ed esagitato del primo (che pure non scherzava); John Wick piace per il suo sangue freddo, la sua agilità felina, la spietatezza, lo sguardo impassibile, dietro il quale però scorgiamo ogni tanto sprazzi di umanità, oltre al fatto che si ha l’evidente sensazione di stare al cospetto di un assassino che vorrebbe non esserlo ma allo stesso tempo è obbligato, dai tanti cattivoni frequentati in passato, a tornare sempre ad imbracciare le armi seppellite.

Anche in questo sequel si versano litri di sangue, si spara parecchio, c’è un divertente e mirabolante sfoggio di arti marziali e scontri che lasciano senza fiato; è quel tipo di action movie che anche una come me, che di solito non è orientata verso il genere in questione, si lascia “rapire” da tutto questo gran “danzare” di agili corpi.

Le scene d’azione sono quasi sempre collocate in ambienti poco illuminati, forse perché ciò è più consono alle oscure atmosfere della malavita; tutto quello che è “italiano” non l’ho trovato stonato, anzi, mi è piaciuta la suggestiva ambientazione romana e anche i tre attori di casa nostra hanno fatto la loro apprezzabile figura, tanto la Gerini e Franco Nero (che hanno ruoli più marginali), quanto Scamarcio, a suo agio nei panni del malavitoso 
psicopatico (negli atteggiamenti mi ha ricordato il personaggio da lui stesso interpretato in “La verità sta in cielo”, Renatino, boss della Banda della Magliana, una sorta di "criminale elegante"); ecco, magari avrei preferito che nel doppiarsi Riccardo fosse meno forzato e più “sciolt e disinvolt”, però per il resto mi è piaciuto e ho trovato il suo ruolo molto funzionale alla storia e la sua recitazione credibile e in sinergia con gli altri attori/personaggi.

Credo che sia quel tipo di film che si lascia guardare con piacere, in particolare dai cultori dei film d’azione.

Nessun commento:

Posta un commento

Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...