venerdì 10 ottobre 2014

Recensione. FINO ALL'ULTIMO RESPIRO di Rebecca Domino



Finalmente, la prima recensione di ottobre! (Un minuto di vergogna per me...)

Della presente Autrice ho già letto ed apprezzato moltisismo "La mia amica ebrea" (recensione).
Un libro bellissimo, commovente, sensibile e forte allo stesso tempo.

FINO ALL'ULTIMO RESPIRO
di Rebecca Domino


pagine: 290
prezzo: GRATUITOdata di pubblicazione
 19 maggio 2014
Se vuoi leggere il romanzo, manda una mail a rebeccaromanzo@yahoo.it, che lo invierà volentieri. L'Autrice incoraggia i suoi lettori a fare una donazione libera e sicura sulla sua pagina raccolta fondi di Justgiving.com, per l'ente benefico"Teenage Cancer Trust".

Info per le donazioni: 

http://rebeccadomino.blogspot.it/p/supporta-teenage-cancer-trust.html





Allyson Boyd ha poco meno di 18 anni, è una ragazza tranquilla, felice, con una bella famiglia alle spalle, composta dai genitori e dal simpatico fratello maggiore Neil, con cui ha un bellissimo rapporto.
Un giorno, inaspettatamente, la sua migliore amica Sheona le chiede di sostituirla in un un impegno che ha preso da un po' di tempo a questa parte: portare i compiti ad una ragazza in ospedale, una certa Coleen, malata di leucemia e, per questa ragione, impossibilitata a frequentare normalmente le lezioni a scuola.
Inizialmente un po' perplessa, Allie accetta di dare questo favore, credendo chi si tratti di qualcosa di temporaneo.., ma così non sarà.
I primi incontri con la dolce Coleen e la sua malattia sono qualcosa di emotivamente forte per Allyson, qualcosa davanti al quale lei non sa che fare, che dire; qualcosa che finora è stato tanto lontano da lei da coglierla impreparata... e il pensiero di avere di fronte a sè una sua coetanea ammalata, costretta a sottoporsi a chemio e radioterapie, a continui controlli, costretta a restare chiusa tra le mura di un ospedale per settimane, mesi..., mette Allie profondamente a disagio.
A spiazzarla ancora di più è l'atteggiamento dei suoi genitori, ma di sua madre soprattutto, una donna da sempre molto apprensiva verso i due figli e poco propensa ad approvare quet'impegno preso dalla figlia: lei vorrebbe che i suoi ragazzi non si avvicinassero al dolore, alla malattia, alla morte, come a volerli preservare dalle sofferenze il più a lungo possibile.
E credo che, del resto, questo sia il desiderio di ogni genitore per i propri figli: poterli salvaguardare dalla brutte esperienze, da tutto ciò che possa farli soffrire!

Ma è possibile davvero?

Nessuno può impedire agli altri di fare un'esperienza, bella o brutta che sia; si possono dare consigli, cercare di "scoraggiare" l'altro a fare o meno una certa cosa, ma la decisione ultima spetta a ciascuno, personalmente.
Ed Allyson accetta di farsi carico di questo impegno: portare regolarmente i compiti a Coleen, in ospedale.

Avvicinarsi pian piano al mondo della malattia, e della leucemia in particolare, non sarà semplice: mille domande affioreranno, giorno per giorno, nella mente della ragazza; sentimenti contrastanti, divisi tra la paura suscitata già dalla sola parola "cancro" (e quindi da tutto ciò che ne consegue) e la curiosità, mista ad ammirazione, per Coleen, che da subito dimostra di affrontare il male che consuma il suo corpo, e che le impedisce di condurre una vita "normale", con un coraggio incredibile per un'adolescente.
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Nonostante l'imbarazzo e il disagio iniziali, Allie decide di non tirarsi indietro, ma di proseguire con le sue visite all'ammalata, e questo segnerà l'inizio di una meravigliosa amicizia, che legherà le due giovani in maniera indissolubile. 
Fino alla fine.

Seguiamo le vicende attraverso la prospettiva della giovane Allyson: ne conosciamo intimamente i pensieri, le paure, le mille domande; viviamo insieme a lei i suoi rapporti in famiglia, il non capire sempre gli atteggiamenti materni, l'ammirazione per il fratello maggiore - divertente ma saggio e comprensivo allo stesso tempo -, il non riuscire a comprendere i comportamenti di altre ragazze sue coetanee verso la malattia, la sua cotta per il bello della scuola, Scott, i compiti da fare..., ma più di tutto, il suo legame con la forte e dolce Coleen e con i suoi angosciati eppure coraggiosi genitori.
Stare vicino ad un malato di cancro non è semplice, immagino, e ne avvertiamo tutta la difficoltà attraverso la nostra protagonista, che però si lascerà trasportare dai propri sentimenti, dal proprio cuore, che prima ancora di dare scopre di poter ricevere tantissimo da una persona che combatte tra la vita e la morte, ogni giorno.

Ciò che stupisce Allyson è il constatare che Coleen sembri tanto tranquilla, serena, a modo suo gioiosa, desiderosa di vincere il male e riappropriarsi della propria vita, dei propri hobbies, dei propri capelli.
Dei propri anni.

E' forse giusto ammalarsi di questi mali per i quali esistono sì le cure
ma non sempre la guarigione è garantita?

E' giusto che una vita così giovane, nel fiore degli anni, 
venga frenata da un male senza pietà?

Dov'è Dio, in tutto questo?

Troppe domande frullano nella testa di un'impreparata e smarrita Allie; domande cui lei non sa dare una risposta (ma c'è davvero una risposta che si possa definire razionale, esaustiva, che soddisfi la nostra "sete di giustizia"?) ma, grazie alla voglia di vivere della sua amica Coleen, imparerà man mano a comprendere che non a tutto ciò che ci accade possiamo porre rimedio; non tutto possiamo tenere completamente sotto controllo, o possiamo fermarlo quando vogliamo.

Ci sono cose che semplicemente accadono e il cui corso non è possibile modificare; l'unica cosa che possiamo fare è accettarlo e fare la nostra parte, non abbandonando mai noi stessi in balìa di eventi più grandi di noi, ma tirando fuori quel coraggio, quella sana caparbietà, quella legittima sete di vita, quel bisogno di respirare... che sono nascosti in ogni essere umano, e che a volte proprio una circostanza complessa e difficile, come la malattia, è capace di far emergere.

Coleen non è un'eroina; è una ragazza come tante ma che ha dalla sua la consapevolezza di quel che sta vivendo, di come il suo corpo sia in balìa di un male che non sempre perdona e proprio tale consapevolezza, invece di abbatterla, la fortifica, facendole sentire l'urgenza di non perdere i minuti preziosi che ancora le sono concessi, ma di viverli appieno, perchè la vita continua ad essere bella e degna di essere vissuta e goduta pienamente nonostante le avversità e soprattutto perchè la ragazza sa che, pur avendo un cancro, lei non è il cancro e non vuole che gli altri la vedano solo ed esclusivamente come una persona malata, fragile, debole, da compatire.

L'amicizia tra le due ragazze tante volte avrà bisogno di parole, di risate, di progetti insieme fatti giorno per giorno, di pianti, di confessioni intime e preziose, altre volte sarà costellata da silenzi, sguardi e sorrisi carichi di speranza, di serenità, di fiducia, forse anche di paura e smarrimento, ma che basteranno a sigillare e a rendere importante un legame che non solo porterà del bene a Coleen, ma che soprattutto insegnerà molto ad Allie, la arricchirà, la farà crescere, la renderà più forte e capace di tenere la mano della sua amica nel momento più difficile, affinchè lei senta che le persone che l'amano sono con lei e le resteranno accanto sempre. 
Fino all'ultimo respiro.

Un romanzo molto bello, capace di commuovere e di avvicinare il lettore ad un argomento delicato e non semplice, qual è quello delle malattie terminali e dei giovani con il cancro, in particolare.
Scritto molto bene, con un linguaggio semplice, chiaro ma sempre accurato (si capisce che l'autrice s'è informata sull'argomento, cercando di essere attendibile senza scadere nella fredda descrizione della malattia e dei suoi sintomi), con sensibilità, in modo realistico, dando spazio ai momenti riflessivi, mettendo in luce la personalità dei personaggi (e non solo delle due amiche), i sentimenti di tutti davanti alla malattia, le paure legittime, le speranze, l'angoscia, le domande su "certi perché" legati all'esistenza, alla morte e alla vita dopo la morte, il saper imparare a dare valore al dono di ogni singolo giorno.

Non mi resta che consigliarvelo assolutamente: è una lettura che non può che arricchirvi.

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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