venerdì 8 marzo 2013

Non mi accusate, donne, d’aver amato



Non mi accusate, donne, d’aver amato
di Louise Labé 

Non mi accusate, donne, d’aver amato,
non condannatemi, donne cortesi
per l’ardore con cui tutta bruciai, anima e corpo,
né per le mille pene ch’ebbi a soffrire
né per aver perduto in lacrime
così gran tempo. Imploro voi
di non rimproverarmi, solo questo chiedo.
Peccai, è vero, ma quale patimento!
Perciò non accrescete il mio tormento,
voi, che confidando nell’Amore sperate
d’amar ed esser riamate
con gran passione
e più protette di me,
di me che vi auguro felicità e consolazione.

Louise Labé nacque a Lione intorno al 1524 e vi morì nel 1566.
Fu soprannominata la “Belle Cordière”, perché sia il padre che il marito erano cordai.
Visse una vita libera e spregiudicata in un ambiente, come quello lionese, raffinato, colto e culturalmente molto aperto.
Un aspetto originale e moderno della poesia di Louise, come si può leggere nel testo proposto, è il suo frequente rivolgersi alle dame lionesi nella ricerca di una forma di solidarietà femminile.
In prosa compose Disputa di follia e di amore, la cui originalità consiste nel taglio gioioso che Louise dà alla trattazione: per l’autrice, infatti, l’amore è gioia e riso, e la persona capace di amare è allegra e felice.


Nessun commento:

Posta un commento

Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...