martedì 14 agosto 2012

RECENSIONE: NELLA TERRA DELLA NUVOLA BIANCA di Sarah Lark




Eccomi alla recensione del romance NELLA TERRA DELLA NUVOLA BIANCA di Sarah Lark, di cui abbiamo parlato QUI.

Image of Nella terra della nuvola bianca

Edizioni Sonzogno

Collana romanzi
Pagine 512
Prezzo 21.50
Uscita Giugno 2012

Esordisco col dire che il libro mi è piaciuto, nel suo complesso, come storia e anche anche per come era strutturato e narrato; certo, ci sono cose che ho gradito meno ma... andiamo per gradi!

La storia parte dall'Inghilterra del 1852; le protagoniste femminili, attorno alle cui vite si intrecciano altri personaggi nonché le successive generazioni, sono due donne coraggiose anche se con diversa personalità: c'è Helen Davenport, una giovane di circa 27 anni, istruita, che fa l'istitutrice presso la famiglia Greenwood, ai due ragazzini William e George (che ritroveremo nel corso della narrazione); è una giovane educata, cortese, buona, timida, esteticamente carina, che però sente che la propria vita a Londra le va stretta; ed ecco che un annuncio su un giornale diventa per lei l'occasione per cambiare la propria vita: uomini residenti nelle colonie inglesi in Nuova Zelanda sono in cerca di mogli devote alla famiglia e alla casa, pronte a trasferirsi in questa parte del mondo che ha ancora un che di "selvaggio", di non "colonizzato".
Dall'altra parte c'è un'altra giovane, Gwyneira Silkham, 17enne, rossa, vivace, dal temperamento più forte e spavaldo di Helen; una ragazza nobile, una milady singolare, che mal gradisce le formalità della nobiltà inglese e che preferisce di gran lunga cavalcare ed occuparsi dell'allevamento di pecore, insieme alla sua fedele cagnolina Cleo.
Ma anche Gwyn, come Helen, si troverà nella condizione di dover lasciare l'amata Inghilterra ed imbarcarsi sulla Dublin, per prendere marito, a causa di un ...  "piccolo errore" da parte del padre.
Certo, le due andranno in sposa a due uomini diversi, e per carattere e per ceto socio-economico: il marito di Helen - Howard O'Keefe - non sarà l'allevatore benestante e gentile che lei si era immaginata..., e il marito di Gwyn, Lucas Warden, non sarà il lord intraprendente e "macho" adatto ad una personalità frizzante come quella della giovane..., ma questo farà sì che le due donne siano accomunate da un destino comune, che ahimè le riserverà pochi momenti di felicità e troppi di amarezza e di dolore...!


*****ATTENZIONE, POSSIBILE SPOILER!!!***** (passaggi evidenziati)

Le due ragazze si conoscono proprio sulla nave; insieme a Gwyn viaggia suo suocero, l'arrogante e burbero Gerald Warden, che il lettore impara a conoscere e molto probabilmente a detestare, soprattutto in virtù dell'aggressività e della cattiveria mostrate verso il figlio e la nuora....; con Helen viaggiano sei orfanelle, che si recano in Nuova Zelanda per andare a servizio presso famiglie inglesi.
Si potrebbe pensare che queste sei ragazzine siano personaggi minori...; ma leggendo mi sono accorta che nessuno passa inosservato, sotto gli occhi della Lark; alla fin fine, tutti i personaggi incontrati, anche quelli che all'inizio non hanno a che fare tra loro, si incontreranno o si scoprirà che hanno avuto legami in passato.

Le due ragazze cercano in tutti i modi di far buon viso a cattivo gioco, di adeguarsi ai loro mariti e alle rispettive famiglie, attività, doveri, responsabilità...; non sarà facile, perchè se Helen dovrà affrontare ed ingoiare l'atteggiamento rozzo e poco affettuoso di Howard, Gwyn si ritroverà a dover fronteggiare non solo un marito fin troppo raffinato, placido..., "poco uomo", ma anche un suocero invadente, che crede di poter gestire la vita delle persone come gestisce gli affari delle pecore...!

L'arrendevolezza di Helen non l'agevolerà nei rapporti col burbero Howard, piccolo allevatore, frustrato e insoddisfatto, come la caparbietà e le capacità pratiche (negli affari, ad esempio) di Gwyn non la aiuteranno a farsi benvolere in casa Warden, anzi si scontreranno contro un marito affascinato unicamente dalla pittura, dall'arte in generale, e contro un suocero che mal sopporta che ci siano persone (donne, poi!) che ne sanno più di lui nel campo degli affari!

Fanno da sfondo alle vite delle due donne (che si ritroveranno, coltivando un'amicizia bellissima, che sarà fonte di supporto per entrambe), la società maori; in una prima parte del romanzo, conosceremo dei maori che convivono abbastanza pacificamente con i bianchi, lavorano per loro e vivono secondo le proprie tradizioni e culture tranquillamente; anzi, Gwyn ed Helen troveranno degli alleati nelle donne e nei bimbi maori, e a questi ultimi Helen farà anche da insegnante.

Nel corso dei mesi e degli anni, come ho anticipato, molti personaggi si introdurranno nelle esistenze delle due donne, soprattutto di Gwyn, che troverà il modo per "soddisfare" il desiderio di avere un erede a tutti i costi da parte del suocero, ma ahimè ... non lo farà col marito, bensì con un bell'allevatore, bello, abbronzato (...maschio...!), che si presterà a mettere incinta Gwyn...


Ecco, questa è una delle cose che avrei voluto che la Lark sviluppasse meglio, con meno "semplicioneria": Gwyn sa di dover dare un figlio ai Warden..., ma Lucas proprio "non ce la fa"; che fare??
Ecco, troviamoci un bel maschione (tipo "banca del seme", insomma...) con la quale possa concepire, che corrisponde al nome di James McKenzie!
James e Gwyn avranno una storia d'amore, dolce e passionale, che si interromperà con la gravidanza, anche se entrambi sanno di amarsi.
Ma il punto che mi ha lasciato un po' perplessa è questo e spero di spiegarmi.
Dal romanzo emerge una concezione della donna di allora davvero negativa: la donna è vista solo come colei che deve occuparsi della casa, delle incombenze familiari/domestiche (chiaramente, il grado di occupazione cambia in base al ceto sociale; ciò che è richiesto ad Helen non è richiesto a Gwyn), che deve dare figli al marito (e al casato), senza impicciarsi degli affari degli uomini, perchè non ne è in grado...!
Per mostrarci quanto questa svalutazione della donna sia forte, la Lark non esita ad inserire episodi di violenza e umiliazioni perpetrati a danno della donna stessa (in particolare, ed in modo lampante, di Gwyn).

Ovviamente, son convinta che l'Autrice ci presenti questa concezione umiliante non perchè la condivida, al contrario, condannandola e per questo motivo ci presenterà due donne che, a modo loro, sapranno andare oltre i pregiudizi e le cattiverie subite, per prendere in mano la propria vita, per lottare per se stesse e per i propri figli...., e questo lo apprezzo e lo condivido!
Però questa "facilità" con cui Gwyn si cerca un uomo col quale tradire il marito unicamente per restare incinta, allo stesso modo in cui avrebbe potuto assoldare un agente immobiliare per trovar casa, non l'ho trovato meno "offensivo" verso il genere femminile...
Intendo dire: non è dando alla donna un margine di libertà e scelta sessuale che generalmente non è accettabile a livello morale, che la si rende più autonoma, più intelligente degli uomini, più rispettosa della propria personalità.
Ad ogni modo, ai miei occhi, questa "facilità" nel mettere da parte un pò di pudore, viene quantomeno riscattata dal fatto che tra i due nasce un sentimento, che li accompagnerà per tutta la vita..

Altra cosa che avrei preferito fosse più curata, sono i dialoghi..; mah, li ho trovati un pò banali, certe volte, poco originali, da "cartone animato".


Per il resto, ho apprezzato che la narrazione sia stata inserita nell'ambito di una saga familiare, visto che seguiremo le vicende di Gwyneira ed Helen nell'arco di 20 anni, ma non in modo brusco, anzi con gradualità, un po' alla volta, dandoci il tempo di capire che sta succedendo, quali cambiamenti stanno intercorrendo e quali personaggi ritroveremo o conosceremo.
Tra le tematiche importanti affrontate, oltre a quella della famiglia, dell'amore (tra uomo e donna, ma anche tra madre e figlio), dell'amicizia, ce ne sono alcune più "forti" e, se vogliamo, moderne, attuali (anche se, in realtà, sono "vecchie" quanto il mondo, purtroppo!): le violenze sessuali verso le bambine, gli stupri in famiglia, il pregiudizio contro l'omosessualità, il rapporto tra i colonizzatori e le popolazioni autoctone (da sempre vittime delle ingiuste prevaricazioni dell'uomo bianco), la bellezza e il fascino delle culture cosiddette "primitive", l'importanza dell'istruzione per poter affermare i propri diritti...., insomma, è un romanzo che dà un'ampia veduta sulla società della seconda metà dell'800.

Il romanzo, ripeto, mi è piaciuto, credo sia davvero una buona lettura, si legge velocemente, i cambi di scena rendono dinamica la narrazione, che in alcuni momenti mi ha toccata, facendomi sorridere, o ancora ha suscitato il mio "sdegno" (verso coloro che non rispettano il prossimo); un libro che mi ha suscitato delle emozioni e che mi ha attirato tanto da leggerlo piuttosto in fretta... il che significa che non mia ha lasciato sicuramente indifferente!!

Consigliato a chi ama le saghe familiari, le storie d'amore..., con la consapevolezza che si tratta di un libro non impegnativo, ma comunque piacevole!


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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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