mercoledì 30 maggio 2012

E FINALMENTE TI DIRO' ADDIO di Lauren Oliver ( recensione)





Pochi giorni fa ho terminato la lettura di un romanzo del genere Young Adult che mi è piaciuto.


E FINALMENTE TI DIRO' ADDIO
di Lauren Oliver


Edizioni Piemme
Collana Freeway
Trad.  L. Fusari
434 pp
18 euro
2010

Sinossi

Samantha Kingston ha tutto quello che un’adolescente potrebbe desiderare: un ragazzo affascinante, tre amiche fantastiche, un’incredibile popolarità. Quel venerdì 12 febbraio si preannuncia dunque come un altro giorno perfetto nella sua meravigliosa vita.
Non sarà così. Quella sera Sam morirà. Tornando con le sue amiche in macchina da una festa, infatti, avrà un incidente.
La mattina seguente, però, la ragazza si risveglia misteriosamente nel suo letto, guarda il calendario e rimane sconvolta: è ancora il 12 febbraio. Sospesa fra la vita e la morte, Sam continua a rivivere quella sua ultima giornata. Ogni volta si comporterà in modo diverso, cercando disperatamente di evitare l’incidente che la porterà alla morte. Ma riuscirà a uscire da quell’incubo solo quando capirà che non è per salvare se stessa che continua a tornare.


L'autrice - Lauren Oliver
Laureata in letteratura americana, ha lavorato per diversi anni come editor di libri young-adult, finché, dopo il successo di E finalmente ti dirò addio, il suo primo romanzo, ha deciso di dedicarsi interamente alla scrittura. Per Piemme ha pubblicato anche Delirium, primo libro di una trilogia che ha entusiasmato il pubblico e conquistato la critica. Abita a Brooklyn, ama leggere, cucinare, comprare scarpe col tacco e ballare fino a tardi.

Le mie Recensioni
La mia opinione..

Sam è un'adolescente come tante: è allegra, riflessiva ma non troppo, guarda i suoi genitori con quell'aria di sufficienza con la quale spesso i teen ager guardano gli adulti che non li capiscono; è una ragazza carina, popolare a scuola e non ha alcuna intenzione di confondersi con gli "sfigati".
La vita e la personalità di Samantha Kingston ruotano attorno al suo gruppetto di amiche del cuore, con le quali trascorre il suo tempo facendo un sacco di stupidaggini e divertendosi: Elody, Ally e soprattutto la testarda e frizzante Lindsay.
Le quattro ragazze si vogliono bene e credono di sapere tutto l'una dell'altra, ma in realtà ognuna ha i suoi piccoli e grandi segreti e fa di tutto per nasconderli, dimenticando la grande verità che un amico ti vuol bene e ti resta accanto nonostante ti conosca appieno e sappia anche i tuoi difetti...!

Come può cambiare la vita di una spensierata adolescente nella notte di un 12 febbraio come tanti, alle 00:39, di ritorno da una festa con le amiche, nel tragitto per tornare a casa, in macchina?
Come può finire l'esistenza di una persona tanto giovane, che ha davanti a sè tutta la vita, che ha sogni, progetti non ancora realizzati...?

Sam si troverà a vivere per 7 giorni sospesa tra la vita e la morte, in una sorta di "Limbo", a metà strada tra sogno (incubo?) e realtà, provando la terribile sensazione di sapere di essere morta ma allo stesso tempo rendersi conto di svegliarsi tutte le mattine rivivendo quel "maledetto" ultimo giorno.
Sam, impaurita, confusa, tenterà ogni volta di "aggiustare il tiro", di sbagliare il meno possibile, di sistemare qualcosa che il "giorno prima" aveva lasciato incompleto, sperando che l'incubo finisca.

L'autrice è riuscita molto bene, a mio avviso, a raccontare l'ultimo giorno di vita di Samantha, vissuto per ben 7 volte, facendo crescere in me che leggevo ogni volta l'ansia, la suspense e la curiosità per Sam, cercando di capire dove si sarebbe spinta, in cosa avrebbe cambiato ogni volta atteggiamenti, parole, azioni.

E finalmente ti dirò addio ci porta a farci delle domande, anzi una domanda fondamentale: Cosa faresti
,
se sapessi che domani non esisterai più?
Sam si trova davanti a questo interrogativo esistenziale e dovrà cercare la risposta; il lettore la cerca insieme a lei, immedesimandosi con lei ed in lei, nei suoi sentimenti, nelle sue paure, nelle sue mille domande.
Vivremo con Sam i suoi tentativi di evitare che accada l'inevitabile; Sam ci ricorda una cosa che tutti noi ricordiamo nei momenti difficili, soprattutto forse nei momenti più drammatici:
"Ecco un'altra cosa da ricordare: la speranza ti tiene viva. Anche quando sei morta, è l'unica cosa che ti tiene viva."
La smarrita ragazza che frequenta il IV anno al liceo Thomas Jefferson, ammirata e invidiata da tutte le ragazze della scuola, giungerà finalmente a capire cosa deve fare perchè quel circolo vizioso dell'ultimo giorno prenda la "giusta direzione".
Non solo, ma comprenderà l'importanza e il valore di tante cose date per scontato fino ad allora: il valore degli istanti vissuti con le persone che ti vogliono bene, la bellezza di un bacio dolce dato al ragazzo che ti piace e a cui piaci, ridere spontaneamente con le amiche, mettersi nei panni di coloro che sono da tutti giudicati "pazzi", strani e che per questo vengono emarginati e scherniti.
C'è un percorso di "redenzione" che attraversa il romanzo ma non risulta mai patetico, moralistico; a "redimersi" in fondo è una ragazza che di per sè non ha fatto chissà quali danni al prossimo: Sam non diventerà certo una santa, alla fine del settimo giorno, ma riuscirà a fare ciò che neanche lei stessa avrebbe mai pensato di fare.

Il mio giudizio sul romanzo è positivo; la ripetizione del fatidico 12 febbraio non è stata noiosa, perchè ogni volta attendevo di capire cosa di diverso avrebbe fatto la protagonista per cercare di allontanare da sè l'incidente; forse è un po' estremizzato l'atteggiamento da divi dei ragazzi del libro (il mito della popolarità di alcune fasce di studenti più in vista), soprattutto le femminucce: sembra davvero di assistere a uno di quei telefilm americani in cui si vede il classico gruppetto delle ragazze belle ed irraggiungibili, dei maschietti fighetti (tipo Rob, il ragazzo ufficiale di Sam) e, in contrapposizione,  gli adolescenti "insipidi", diversi dalla cerchia degli "eletti", che in genere vengono disegnati come imbranati, ingenui.
Ecco, a parte questa eccessiva differenziazione, che credo sia sinceramente poco originale, per il resto lo consiglio davvero...!


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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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